venerdì 29 ottobre 2010

Appello al PD: Le priorità per un'Italia migliore

Riforma elettorale, conflitto d'interessi, informazione, lavoro, scuola, sanità, evasione fiscale, lotta alla corruzione, laicità dello Stato e costi della politica. Un gruppo di intellettuali e professionisti chiede al Pd di definire in modo chiaro le priorità del suo futuro governo.

Siamo un gruppo di cittadini che fanno riferimento a diverse aree politiche e culturali. Ci unisce la convinzione che la grave crisi del paese impone al maggiore partito della opposizione, il PD, di affrontare alcuni temi particolarmente sentiti dai cittadini e su quelli formulare proposte che segnino una coraggiosa rottura con i silenzi e le ambiguità del passato. Diamo per scontati due provvedimenti da presentare nel primo Consiglio dei Ministri della nuova Legislatura: una riforma elettorale per cui dai "nominati" si torni agli eletti; una stringente normativa sul conflitto di interessi, che consenta tra l'altro di riportare la RAI al suo ruolo di servizio pubblico.

1) I problemi del lavoro, che la Costituzione pone a fondamento della Repubblica e che costituiscono la prima preoccupazione degli italiani: impegno per il pieno impiego; riduzione del precariato; emersione del lavoro nero e rafforzamento degli ammortizzatori sociali, a partire da una vera indennità di disoccupazione; efficaci controlli e pesanti sanzioni in tema di sicurezza per contrastare il fenomeno inaccettabile delle "morti bianche".

2) I settori che condizionano il futuro del Paese: la scuola; l'università e la ricerca (per le quali lo Stato spende 11 miliardi l'anno, la metà del costo delle province); un grande programma di educazione ricorrente degli adulti (il 40% dei quali è analfabeta, semianalfabeta o analfabeta di ritorno).

3) Una efficace politica di solidarietà sociale e di sanità. L'Italia è il paese più vecchio d'Europa, ma nel 2010 – malgrado i continui proclami sulla centralità di questi temi - le spese per il sostegno delle famiglie e la natalità sono ferme all'1% del PIL contro il 3% della Francia e percentuali analoghe dei maggiori paesi comparabili con il nostro. Una misura importante sarebbe la introduzione del quoziente familiare. Se la giovani famiglie sono in difficoltà, non meno gravi sono i problemi per i malati, per i tre milioni di disabili e di anziani non autosufficienti, i cui problemi devono essere affrontati con pesanti sacrifici dai familiari. Per la sanità occorre assicurare il rispetto dei Livelli Essenziali di Assistenza e fissare inderogabili e trasparenti criteri di professionalità per le nomine ai vertici delle ASL e delle Aziende Ospedaliere; per la disabilità, introdurre nuove forme di assicurazione obbligatoria sul modello di quanto positivamente attuato in Germania e in Francia.

4) Certezza della pena per la lotta all'evasione fiscale, il più ripugnante tra i reati economici ed il più grave, visto che nel 2009 si stima abbia superato i 120 miliardi di euro. Per batterla – come dimostra l'esperienza degli USA, dove in sette anni sono state arrestate per questo reato 11.700 persone, condannate mediamente a 30 mesi – occorrono norme che inaspriscano sensibilmente le pene per gli evasori e prevedano l'esclusione dagli albi professionali per i professionisti ed il ritiro della licenza e delle autorizzazioni per i commercianti e gli artigiani. Grazie alla certezza della pena ed al potenziamento delle risorse a disposizione della amministrazione finanzaria, ci si potrebbe porre l'ambizioso obiettivo di recuperare buona parte della evasione, fino a 50 miliardi di euro. Per ovvie ragioni di equità, va aumentata dal 12,5% al 20% la tassazione sulle rendite finanziarie e dichiarata la volontà di destinare quota parte delle risorse rivenienti dalla lotta all'evasione alla riduzione della pressione fiscale sul lavoro dipendente.

5) Il ripristino della legalità con rigorose norme contro la corruzione (secondo la Corte dei Conti essa costituisce una vera e propria "tassa occulta" per i cittadini, valutabile in 60 miliardi l'anno) puntando sulla totale trasparenza della Pubblica Amministrazione, a partire dalla normativa sugli appalti pubblici. Lo Stato deve intervenire nei confronti degli enti locali risolutamente, anche con misure di commissariamento, laddove vengano a crearsi situazioni di costante e sprezzante violazione delle regole del vivere civile, come avvenuto nelle due principali città del Mezzogiorno, Napoli e Palermo, ma in misura minore anche in altre grandi città, a partire dalla Capitale. L'inquietante circolo vizioso di aggressività e violenza che deriva dai fenomeni di degrado della vita collettiva si spezza facendo rispettare le leggi esistenti (e non con i proclami sulla sicurezza e con la demonizzazione degli immigrati e dei "diversi") e destinando idonee risorse e mezzi alle forze dell'ordine. Nel capitolo "ripristino della legalità" un posto di primo piano spetta alla riforma della giustizia: per giungere a processi che si concludano in tempi certi è necessario riorganizzare e potenziare la Magistratura, riaffermandone con forza la assoluta indipendenza.

6) La laicità dello Stato e i diritti civili. I punti principali sono: legge sul testamento biologico, che abbia come fondamento il principio dell'autodeterminazione, sancito dalla Corte Costituzionale; indagine e conseguente dibattito parlamentare sulla eutanasia clandestina; legge sulle unioni di fatto, a partire dalle coppie omosessuali; profonda revisione della legge sulla fecondazione assistita; divorzio breve; leggi "inclusive" e non razziste sugli immigrati e la società multirazziale in cui vivremo; radicali interventi sulle carceri, per evitare la vergogna della degradazione umana e dei suicidi, e sostituzione, ove opportuno, delle pene detentive con attività di utilità sociale. Il governo dovrà invitare il Vaticano ad attenersi alla norma basilare del Concordato ("La Repubblica italiana e la Santa Sede riaffermano che lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani, impegnandosi al pieno rispetto di tale principio nei loro rapporti"). Dovrà quindi respingere le interferenze delle gerarchie ecclesiastiche nelle vicende legislative italiane, che potrebbero indurre a rimettere in discussione lo stesso Concordato ed i molteplici benefici che ne derivano per la Chiesa Cattolica.

Poiché non vi sono riforme senza risorse, bisogna tagliare drasticamente il costo eccessivo della politica, che è anche uno dei principali motivi del dilagante qualunquismo tra gli elettori. Occorre ridurre del 30% il numero dei parlamentari e dei consiglieri degli enti locali; fissare un tetto alle retribuzioni di tutti gli eletti; abolire il livello elettivo delle province e gran parte dei municipi e delle comunità montane; aggregare i piccoli comuni; ridurre il costo della governance delle aziende dipendenti dallo Stato e dagli enti locali, con il loro esercito di circa 40 mila consiglieri di amministrazione; contenere in limiti accettabili la spesa per le auto blu e gli altri fringe benefits. Con questi interventi si potrebbero recuperare almeno 50 miliardi di euro l'anno. Sommandoli ai 50 derivanti dalla lotta alla evasione, si giunge a 100 miliardi di euro l'anno di maggiori disponibilità. Per dare un'idea della entità di questo "tesoro" – pari a 3 o 4 leggi finanziarie - basta ricordare che esso consentirebbe di dare oltre 1.000 euro al mese a ciascuno degli otto milioni di poveri censiti dall'Istat.

Agendo sulle leve della legalità, della educazione, del lavoro e della solidarietà si possono anche gettare le basi per affrontare con decisione altri gravissimi problemi che affliggono da sempre l'Italia: il ritardo del Mezzogiorno e la criminalità organizzata (due fenomeni ovviamente interdipendenti), il debito pubblico, le gravi carenze della politica industriale, la devastazione dell'ambiente. Essi sono ben presenti ai firmatari di questo appello e non possono che divenire i capitoli centrali di un programma di governo più complessivo e di più lunga durata.


Per aderire basta inviare una mail a appellopd@gmail.com con nome cognome e attività professionale
Appello al PD: le prime 150 firme

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Hilda Andreani. Casalinga
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Paolo Benedettini. Dirigente di azienda
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Rocco Berardo. Consigliere regionale Lazio
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Enrico Brizioli. Direttore Generale Istituto di riabilitazione S. Stefano
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Palma Caioni. Associazione Amici della Terra
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Antonio Capocasa. Dirigente di azienda
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Renato Capomasi. Funzionario Alitalia
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Sandra Carini. Giornalista
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Mirella Castracane Mombelli. Storica, Università di Roma "La Sapienza"
Lucia Ceci. Dirigente di azienda
Sergio Centofanti. Dirigente di azienda
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Franco Cochelli. Esperto sistemi di telecomunicazioni
Giovanni Cochelli. Operatore ITC
Massimo Coccia. Avvocato. Docente diritto internazionale Università "La Sapienza"
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Cristiana D'Annunzio. Casalinga
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Filippo D'Asaro. Psicologo clinico
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Umberto Del Canuto. Esperto di formazione manageriale
Vittorio Del Duce. Ingegnere delle Telecomunicazioni
Riccardo Della Monica. Economista, consulente manageriale.
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Mariano Delle Rose. Storico dell'arte, Enciclopedia Italiana
Giulia De Paolis. Psicologa
Tommaso De Santis. Funzionario di banca
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Luciana Di Felice. Psicologa
Piero Di Girolamo. Storico, Università di Teramo
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Fabio Filiberti. Imprenditore ITC
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Claudia Troilo. Ricercatrice Università di Roma Tre
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Nicola Troilo. Avvocato
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Ermellina Valenzi . Casalinga
Viviana Verbaro. Giornalista
Vincenzo Visco Comandini. Docente Economia delle Istituzioni, Roma Tor Vergata
Maria Teresa Vitale. Insegnante
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Mina Welby. Associazione Luca Coscioni
Alberto Zuliani. Ordinario di Statistica, Università di Roma "La Sapienza

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