La visita ufficiale del leader libico viene descritta con numerosi aggettivi dalla stampa italiana: folcloristica, colorita, provocatrice…poco discreta, questo è sicuro.
“L’Islam deve diventare la religione dell’Europa intera”. Con questa frase, il colonnello Mouammar Gheddafi ha fatto furore in Italia, dove è in visita ufficiale da sabato 28 agosto. Aveva appena piantato la sua tenda beduina nel giardino dell’ambasciata di Libia a Roma, la stampa italiana ha rivolto tutta la sua attenzione su di lui “L’Europa deve convertirsi all’Islam” ha titolato la Repubblica, “l’Islam deve diventare la religione dell’Europa” ha scritto la Stampa.
E la Lega del Nord entra in fibrillazione a proposito di “un pericoloso progetto di islamizzazione dell’Europa”. Un parlamentare europeo, membro di questo partito alleato-chiave del governo Berlusconi, ha denunciato la “filosofia del venditore di tappeti” del colonnello Gheddafi, alludendo ai grandi contratti, che sarebbero al centro di questa visita. Con le sue dichiarazioni sull’Islam “l’obiettivo di Gheddafi è di far credere che l’Occidente non ha dignità, che l’Europa pensa solo al denaro”, dichiara inoltre Rocco Buttiglione, presidente del partito cristiano-democratico UDC (opposizione).
Una “frase pronunciata in ambito privato”
Il responsabile della conferenza episcopale italiana per gli affari giuridici, Monsignor Domenico Mogavero, dal canto suo ha avvertito che la Chiesa richiederà a Gheddafi notizie sulle sorti degli immigrati respinti dall’Italia verso la Libia in nome di una clausola del trattato bilaterale di amicizia. Trattato che ha messo fine al contenzioso sul periodo coloniale nel 2008, e di cui il colonnello Gheddafi è appunto venuto a celebrarne il secondo anniversario con il suo amico Silvio Berlusconi. Il dossier sull’immigrazione clandestina era ricomparso nel giugno del 2009, in occasione di una precedente visita del capo libico, per la quale Silvio Berlusconi aveva steso il tappeto rosso.
Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Carlo Giovanardi, ha cercato di smorzare la polemica parlando di “frase pronunciata in ambito privato”. Ma la natura di questa “cerchia privata” non sistema le cose… poichè questa lezione sull’Islam è stata impartita dal colonnello Gheddafi ad un pubblico di 500 ragazze selezionate da un’agenzia di hostess.
Pagate 80 euro ciascuna, potrebbero ricevere un altro regalo, riporta il Corriere della Sera che le ha seguite: “le ragazze che mostreranno interesse durante questo incontro saranno invitate in Libia, per approfondire i differenti aspetti della cultura libica. Per esempio, in settembre, potranno partecipare alle celebrazioni di una festa nazionale”. Di contro, aggiunge il quotidiano italiano, quelle che vorranno fare domande “di tipo giornalistico o politico” saranno pregate di restare in silenzio e non potranno assolutamente andare a Tripoli! Questo non riguarderà sicuramente le ragazze, fotografate dalla Stampa, che sfoggiano un medaglione con la foto del “re dei re africani”.
“L’Italia è diventata la Disneyland di Gheddafi”
La presidentessa del Centro Italiano Femminile, Maria Pia Campanile, ha denunciato lo «spettacolo inaccettabile» di questo “incontro tra il dittatore-sultano libico Gheddafi e un considerevole gruppo di ragazze reclutate da un’agenzia a patto che fossero giovani, belle e mute”. Quanto a Rosy Bindi, vice presidente della Camera dei deputati, ha accusato Silvio Berlusconi di “essere complice dell’umiliazione di queste donne italiane, ma anche del destino che subiscono numerose [donne] disperate nel deserto libico”, mentre farebbe meglio “a informarsi sulle loro condizioni di vita” dal suo amico Gheddafi.
Allora che ne dice il Cavaliere? Ha intenzione, come richiede la sezione italiana di Amnesty International, di rievocare le “gravi violazioni” dei diritti dell’uomo in Libia? Sembrerebbe di no : “Alla fine, tutto questo è solo folclore” ha dichiarato Silvio Berlusconi, senza preoccuparsi e tentando di smorzare la polemica. Tentativo infruttuoso: la fondazione Farefuturo, vicina a Gianfranco Fini, presidente della Camera dei deputati, che ha recentemente rotto con Silvio Berlusconi, ha affondato il coltello dichiarando che “l’Italia è diventata la Disneyland di Gheddafi”. Il programma dei festeggiamenti italo-libici d’altronde non si è ancora concluso: Silvio Berlusconi accompagnerà il suo amico all’inaugurazione di una mostra fotografica nel pomeriggio di lunedì. Sempre che quest’ultimo abbia terminato il suo giro di acquisti a piazza Navona dove ha già speso 300 euro in anelli da quattro soldi. E, calata la notte, Berlusconi offrirà a Gheddafi l’iftar, il pasto di fine digiuno del ramadan, alla presenza di 800 invitati, dopo una grande parata equestre a cui parteciperanno 30 purosangre berberi e i relativi cavalieri portati in Italia con un aereo speciale da Tripoli.
Grossi contratti in gioco
La stampa ha ricordato l’acquisto di materiale italiano per la difesa [militare] da parte della Libia, che recentemente ha già incrementato la sua presenza nel capitale del gruppo bancario italiano Unicredit. Per l’Italia, il trattato d’amicizia prevede 5 miliardi di dollari di investimenti, come risarcimento della colonizzazione, tra cui un’autostrada litoranea di 1700 km in Libia. E il gruppo ENI ha previsto 25 miliardi di euro di investimenti in Libia, descritta da Paolo Scaroni come “la pupilla dei suoi occhi”. l’Italia oggi è il terzo investitore europeo in Libia.
io credo che a questo mondo esista solo una grande chiesa,che passa da che guevara e arriva fino a madre teresa; passando da malcomx attraverso gandhi e san patrignano arriva da un prete in periferia che va avanti nonostante il Vaticano.
domenica 5 settembre 2010
dalla Francia
Lo spettacolo del colonnello Gheddafi imbarazza Roma
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