Caro Serra, ai superstiti del PCI-PDS-DS che votano per il PD capita di sentierci meglio rappresentati da Scalfaro, Franceschini, Bindi che da Bersani. Addirittura Tabacci è più incisivo di Bersani. Può cortesemente spiegarmene il motivo?
Bersani è l’erede di una tradizione politica pragmatica, moderata e governativa, quella del PCI.
Lo giudico una persona seria ed un uomo perbene. Ma in questa fase politica la radicalità dello scontro in atto richiederebbe una corrispettiva radicalità delle idee, delle proposte, del linguaggio.
Non è un caso che gli esponenti dell’opposizione che riescono meglio di altri a incarnare le opinioni e i sentimenti di un elettore provengano da una differente tradizione politica. Lo stesso Vendola, che pure proviene dalla scuola comunista, ne è un rappresentante molto eterodosso.
Io credo che la classe dirigente del PD sia tuttora gravata da un problema: a causa della sua matrice storica, si sente in obbligo di offrire prove di responsabilità e moderazione tali da non disturbare il cosiddetto elettorato moderato.
Ma lo scenario è mutato: il cosiddetto elettorato moderato ha dato ampia prova di sopportare Berlusconi (più estremista di Vendola) pur di non dare spazio a una sinistra che detesta per pirncipio. “Conquistarlo” è più utopistico che invadere la Cina.
Per contro, una enorme fascia di elettori di sinistra non va più a votare. Non sono un politologo, ma direi che è proprio lì, rivolgendosi al proprio elettorato disperso, vecchio e nuovo, che il PD potrebbe risalire la china e ritrovare identità e fiducia in se stesso.
Servirebbero dunque RADICALITA’, AUDACIA, CAPACITA’ DI SPIAZZARE.
Bersani, per sua formazione ha molte doti. Non questa. Potrebbe essere un eccellente ministro, non è un convincente capo dell’opposizione.
Michele Serra
ciao! come stai?
RispondiEliminail tuo blog sembra piacevole. Continuate così!
Vorrei che si guadagna di più successo in futuro!