pubblicato giovedì 24 giugno 2010 in Brasile.
e negozia un pacchetto militare con l’Italia
(dopo il caso Battisti, pace fatta con l'Italia? e a che prezzo?)
Giovedì scorso il Brasile ha firmato con l’Italia un inaspettato accordo militare. Questo significherà lo sviluppo di progetti per la costruzione di navi da guerra, nella fattispecie pattugliatori oceanici, fregate e navi da rifornimento. L’accordo, firmato dal ministro della Difesa Nelson Jobim e dal sottosegretario alla Difesa italiano Guido Crosetto, include anche trasferimento tecnologico e sviluppo di sistemi di combattimento, di navigazione, di armamento e radar. La transazione include lo sviluppo di sistemi di sicurezza per la comunicazione militare via satellite. Avrà delle conseguenze anche sui sistemi usati nell’ambito del progetto Amazônia Azul, cui è affidata la protezione delle coste brasiliane.
Ma non tutto è semplice come appare. In realtà la Marina brasiliana aveva mandato lettere di invito ai grandi produttori mondiali di pattugliatori. Piú di anno fa stava negoziando caratteristiche e prezzi con giganti del settore bellico internazionale del calibro della BVT (Gran Bretagna); della Navantia (Spagna); della Daewoo (Corea del Sud); della ThyssenKrupp e Fassmer (Germania); e della Damen (Olanda). Dal giorno alla notte il Brasile ha mandato una comunicazione a queste imprese – tutte legate ai propri governi, fatto fondamentale nel settore della difesa – informandole che il governo brasiliano cessava di fare ordinativi singoli intendendo acquistare un pacchetto di maggiore dimensione con un solo governo. Subito dopo aver ricevuto questa comunicazione le imprese e i rispettivi governi hanno saputo dell’accordo Brasile-Italia, che potrà essere ratificato martedì [29 giugno, N.d.T.] a Brasilia, alla presenza del primo ministro Silvio Berlusconi. “Secondo la strategia nazionale della Difesa, il Paese preferisce dare la priorità a partnership strategiche per comprare “pacchetti” invece di negoziare l’acquisto di mezzi navali singoli”.
Si dice che sia stato il caso Cesare Battisti a provocare un cortocircuito nelle relazioni tra Brasile e Italia. L’Italia voleva indietro Battisti, che aveva già varie condanne, mentre il Brasile, su pressione dell’allora ministro della Giustizia Tarso Genro, ne difendeva la permanenza qui [in Brasile, N.d.T.] considerandolo un prigioniero politico e non un criminale comune. Lula e Berlusconi hanno messo a punto dunque una forma di pacificazione che cade a proposito per gli europei, attualmente alle prese con la crisi economica e la disoccupazione: un pacchetto di acquisti.
Con la Francia Lula ha firmato un contratto di 19 miliardi di reais [circa 8,5 miliardi di euro, N.d.T]. Con l’Italia l’interesse economico passerebbe sopra i contrasti politici. Ancora una volta Lula mostra una tempra di negoziatore di alto livello. E tutto cade a puntino, perché la first lady Marisa Letícia e i figli della coppia presidenziale hanno la cittadinanza italiana. Il pacchetto italiano è stimato nell’ordine dei 3 miliardi di reais [circa 1,4 miliardi di euro, N.d.T.], ma nessuno sa quale sarà il valore finale.
Scontento
Nel documento inviato ai partecipanti alla licitazione, la Marina (brasiliana) affermava che se le imprese fossero state in grado di fornire tutto l’insieme – pattugliatori, navi scuola e navi da rifornimento “in partenariato strategico con i rispettivi governi” – i negoziati sarebbero rimasti validi. La rapida firma dell’accordo bilaterale conferma ciò che tutti già temevano: la partnership strategica è già chiusa con l’Italia, e agli altri non serve perdere tempo.
Si è a conoscenza del fatto che molti di questi imprenditori hanno espresso disappunto ai propri governi per il voltafaccia del Brasile, e ciò potrà provocare un danno a breve termine, senza gravi conseguenze nel futuro.
Fonti imprenditoriali mettono in giro voci secondo cui i pattugliatori italiani sarebbero piccoli e inadeguati per operare nell’Atlantico meridionale. Un consulente ha commentato su queste pagine: “Imprese di tutto il mondo hanno investito nella licitazione brasiliana e ora sono dispiaciute, pensano che il Brasile ha chiuso con l’Italia un accordo commerciale con finalità politiche. Ma gli altri governi, sia pure solo per creare difficoltà al piano brasiliano, mobiliteranno le ambasciate, stabiliranno contatti commerciali, presenteranno proposte, non foss’altro per obbligare il governo brasiliano a darsi molto da fare e a subire intralci da parte di inglesi, spagnoli, coreani, tedeschi e olandesi”.
Pace con l’Italia
Alcuni giorni fa il sito Tecnologia & Defesa ha dato la notizia che il 12 aprile Lula aveva firmato a Washington un accordo di partnership strategica con Silvio Berlusconi. “Sulla base di questo accordo l’Italia avrebbe presentato mediante Orizzonti Sistemi Navali, una joint venture tra Fincantieri e Finmeccanica, una proposta di partnership che si estenderebbe alla costruzione in Brasile, con completo trasferimento tecnologico, di fregate del tipo Fremm, chiamate in Italia Classe Carlo Bergamini, di pattugliatori oceanici Classe Comandante e di navi da rifornimento Classe Etna. Secondo indiscrezioni la Marina brasiliana sarebbe stata autorizzata a cominciare i negoziati sul cosiddetto “pacchetto italiano”".
Le fregate di 5.800 tonnellate Classe Carlo Bergamini sono la versione italiana delle Classe Aquitaine francesi costruite dalla DCNS. Il commento è che le navi italiane in linea di massima sono più economiche di quelle francesi e questo permetterebbe di ottenere un lotto iniziale di cinque unità.
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