mercoledì 20 gennaio 2010

BETTINO CRAXI


Craxi, delinquente o grande statista?
Gli interrogativi della stampa estera

TRATTO DA IL SOLE 24 ORE - di Elysa Fazzino
Chi era Craxi, un delinquente o un grande statista? A porre l'interrogativo è il quotidiano spagnolo El Mundo, che riassume in un titolo d'effetto le divisioni dell'Italia sulla figura del leader socialista, nel decimo anniversario della sua morte. La polemica riesplosa su Bettino Craxi ha larga eco sulla stampa estera, che non è affatto tenera con l'ex leader.
El Mundo pubblica un'immagine d'archivio di un giovane Silvio Berlusconi che sorride a Craxi. Il Cavaliere ha partecipato alla «solenne cerimonia» in Senato, ma «per evitare strumentalizzazioni» – spiega Irene Velasco – ha preferito «mantenere il silenzio» e non elogiare dal suo seggio in Parlamento Craxi, « suo mentore e amico personale» A fare le odi e gli encomi sono stati i suoi più stretti collaboratori.
L'omaggio a Craxi, scrive El Mundo è «la ciliegina» sul processo di riabilitazione di un politico condannato in via definitiva a dieci anni di carcere per corruzione e finanziamenti illegali e che, secondo i magistrati, «ha sottratto alle casse pubbliche almeno 77 milioni di euro che nascose in conti distinti in Svizzera, Liechtenstein, Caraibi ed Estremo Oriente». Tra i siti spagnoli, El Economista titola senza giri di parole i lanci d'agenzia: «Il governo italiano riabilita Craxi e lo considera un capro espiatorio» (Efe), «riabilita il controverso Craxi, emblema di corruzione».

Tra i media britannici, l'Independent – sotto il titolo «Dopo dieci anni, Italia ancora divisa su Craxi» - parla di «rimarcabile dietrofront» dell'establishment politico italiano, che «cerca di riabilitare la memoria del mentore di Berlusconi caduto in disgrazia». Ciò avviene dieci anni esatti dopo che è morto in esilio come «criminale condannato» e come «l'uomo più ampiamente biasimato per l'imperante corruzione politica italiana».
L'Independent ricorda che nell'inchiesta Mani Pulite, il principale argomento di difesa di Craxi, il fatto che «così fan tutti», non convinse l'opinione pubblica e che la gente gli gettò addosso monetine, «un trattamento tradizionalmente riservato ai ladri».
«Ora con gioia di molti, compreso Berlusconi - anche se con disgusto di molti altri – la riabilitazione di Craxi procede rapidamente». In una breve cronologia, l'Independent definisce Craxi, il «socialista fuggiasco». Nella sua corrispondenza, Michael Day riconosce: «Anche se è diventato simbolo di corruzione, la reputazione di Craxi come leader vigoroso e decisionista continua in alcuni settori a sovrastare i suoi reati». Si guadagnò il soprannome di «uomo forte d'Europa» quando rifiutò la richiesta del presidente Usa Ronald Reagan di estradare i dirottatori arabi della nave da crociera Achille Lauro, nel 1995.
L'omaggio di Berlusconi ha portato gli osservatori a «rimuginare ancora una volta sulla natura della loro relazione», nota l'Independent, ricordando che Craxi era stato padrino dei suoi due figli e aveva spinto per l'approvazione di leggi che consentirono a Berlusconi di spezzare il monopolio della tv pubblica e fondare la prima rete televisiva privata in Italia, negli anni '80.
«I processi che hanno portato alla fuga dalla giustizia di Craxi dovevano purgare la politica italiana dalla corruzione ma, a 17 anni di distanza, pochi direbbero che hanno avuto quel risultato», conclude l'Independent, citando Luca Cordero di Montezemolo, secondo cui poco è davvero cambiato.

In Francia, Le Monde ieri titolava: «Craxi, o la memoria corta degli italiani». Il corrispondente Philippe Ridet osserva che Bettino Craxi «passa oggi come il solo che ha pagato per un sistema di corruzione praticato da tutti». I nemici di ieri, soprattutto gli ex comunisti, di cui Craxi ha minacciato l'egemonia senza poterla ridurre, «si dicono anche loro pronti a fargli un posto nel pantheon della sinistra».

Nei servizi d'agenzia pubblicati sui rispettivi siti web, Les Echos parla di «celebrazione controversa» del decimo anniversario della morte di Craxi (Afp), il Nouvel Observateur titola: «Berlusconi si associa all'omaggio a Craxi» (Reuters).
Della vicenda si parla anche negli Stati Uniti. «Italia ancora divisa sull'eredità di Craxi, dieci anni dopo la sua morte» titolano i siti del New York Times e del Washington Post, riportando un pezzo Reuters.
Craxi, «un simbolo di Tangentopoli», divide nella morte così come ha fatto mentre era in vita, si legge nella Reuters. «Uomo corpulento dallo stile autocratico che portò un raro periodo di stabilità politica in Italia, Craxi ha sempre sostenuto di essere un capro espiatorio dell'intero sistema di corruzione». Mentre era Primo ministro, continua la Reuters, «ha rafforzato l'immagine dell'Italia nel mondo dopo la caduta del muro di Berlino, ha ridotto l'inflazione e ha rinegoziato un concordato con il Vaticano che ha messo fine al ruolo del cattolicesimo come religione di Stato». Gli avversari dicono però che, «anche se con Craxi l'Italia superò la Gran Bretagna per ricchezza complessiva, il debito pubblico quasi raddoppiò, in parte perché la corruzione diffusa gonfiò i prezzi dei lavori pubblici».
Diversi siti Usa pubblicano il servizio Ap, che il Chicago Tribune titola: «Nell'Italia di Berlusconi, un ex premier caduto in disgrazia gode di un'improbabile riabilitazione». Questa postuma inversione di tendenza, dicono alcuni dei suoi avversari, la dicono lunga – si legge nell'Ap - sul potere di Berlusconi, un tempo suo protetto, che deve il suo impero mediatico in parte alle leggi volute da Craxi. Dopo avere ricordato che anche Berlusconi continua a godere di ampia popolarità nonostante sia accusato di corruzione e frode fiscale, il cronista constata: «La speranza ispirata da quei mesi degli anni '90 è largamente svanita, sostituita da una certa apatia in cui molti italiani sembrano pensare che la corruzione sia semplicemente parte della vita politica». Ma altri italiani sono «furibondi per la riabilitazione dell'ex leader e per la direzione presa dall'Italia sotto Berlusconi».


Articolo originale El Mundo-Es

Articolo originale The Indipendent-Uk

Articolo originale Le Monde-Fr

Articolo originale Les Echos-Fr

Articolo originale New York Times (Reuters)- Usa

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