sabato 16 maggio 2009

Partigiani dalla montagna - Giorgio Bocca


GIORGIO BOCCA (Cuneo, 1920) è tra i giornalisti italiani più noti e importanti. Al suo attivo, in una carriera ormai cinquantennale, si registrano numerose pubblicazioni in un vasto arco di interessi che spazia dall’attualità politica e dall’analisi socioeconomica all’approfondimento storico e storiografico. Tra le sue opere: Palmiro Togliatti (1973); La Repubblica di Mussolini (1977); Storia dell’Italia partigiana (1966); Storia d’Italia nella guerra fascista (1969); Il provinciale. Settant’anni di vita italiana (1992); L’inferno. Profondo sud, male oscuro (1993).
... Negli ultimi anni Bocca si è contrapposto inoltre ad alcuni tentativi di revisione critica della Resistenza; in particolare si ricorda una sua polemica con Giampaolo Pansa. Per Bocca si rischia in tal modo di aprire a un revisionismo strisciante e "cerchiobottista" (che dà un colpo al cerchio ed uno alla botte) che vuole accomunare la Resistenza e il fascismo, omettendo di ricordare le correità del fascismo con il nazismo, descrivendo mali e beni di entrambi i fronti per arrivare a una assoluzione generale. Lancia per questo, dalle pagine del quotidiano la Repubblica numerosi moniti rivolti alle nuove generazioni perché ricordino i valori fondanti della nostra Repubblica. ... tratto wikipedia

Partigiani dalla montagna
Sessant’anni fa, a guerra appena finita, Giorgio Bocca ha scritto questo saggio sui partigiani delle montagne, in senso più lato sulla Resistenza. Un saggio che semplicemente vuol dire ai revisionisti dell’ultima ora: le cose sono andate esattamente così. Una minoranza di italiani, i soliti mille delle imprese disperate, ha raccolto dal fango in cui erano state gettate le stellette del popolo in armi e, senza eroismi e senza retorica, ha messo in piedi in venti mesi la Resistenza più forte in Europa dopo quella iugoslava. Quarantacinquemila partigiani caduti, ventimila feriti o mutilati, gli operai e i contadini per la prima volta partecipi di una guerra popolare senza cartolina precetto, una formazione partigiana in ogni valle alpina o appenninica, un comitato di liberazione in ogni città e villaggio, l’appoggio della popolazione, la cruenta, sofferta gestazione di una Italia diversa, la fatica paziente per armare e far vivere un esercito senza generali. E alla fine tutti a casa senza ricompense e privilegi. “Attraverso la somma dei sacrifici e dei dolori sopportati, col grandioso apporto dato alla causa della libertà, con i risultati militari ottenuti, il movimento partigiano è riuscito ad assumere un significato morale di valore altissimo. Ha riscattato dinnanzi al mondo, insieme a coloro che nei campi di Germania tennero fede alla loro patria, la dignità del popolo italiano; ha dimostrato, ben altrimenti che gerarchie e facili affermazioni verbali, la sua volontà di essere un popolo libero degno di essere riammesso nella vita delle libere nazioni.”

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