martedì 26 maggio 2009

I terremotati d'Abruzzo sommersi dalla retorica


La lettera qui di seguito riportata è stata inviata a Michele Serrà e inserita nella rubrica "per posta" del Venerdì di Repubblica del 22 Maggio 2009.

Gentile Serra, sono una cittadina aquilana. Non voglio approfittare della sua rubrica per fare polemica sul circo mediatico cui abbiamo assistito più o meno increduli per oltre un mese intorno alla tragedia che ci è capitata, sulle solite trasmissioni che hanno barattato il dolore con lo share, sulle menzogne indecenti che abbiamo dovuto ascoltare quotidianamente nelle affermazioni dei nostri politici, sull'assurdità delle domande rivolte a noi sfollati da alcuni giornalisti, sull'abbondanza di numeri e dati (rigorosamente falsi) sulla ricostruzione che vengono forniti per "DROGARE" I MENO INFORMATI.
Però mi e le domando:
tra le dirette strappalacrime e il silenzio totale, che fine ha fatto l'informazione?
Perchè nessuno racconta più le notizie che pure circolano nei blog, i disagi e le umiliazioni, gli scatoloni di Nike nuove che scompaiono, i tir di latticini e di carne che arrivano di notte nele tendopoli e di cui al mattino non c'è più traccia?
Perchè nessuno manda in onda le interviste-che pure vengono fatte- a quelli che denunciano?
Perchè non si viene a sapere che le macerie sono state triturate con tutto il loro contenuto di amianto?
Perchè nessuno si prende la briga di far presente che l'organizzazione del G8 all'Aquila non è altro che una passerella elettorale?
Perchè non viene dato il debito risalto al fatto che lo stanziamento per il terremoto è da intendersi in 24 anni?
QUANDO LATITA LA VERITA', LATITA PURE LA GIUSTIZIA.
Ma i media ci hanno dipinti come un popolo pieno di dignità: hanno insistito tanto, così che non ci venisse voglia, magari, di alzare un pò la voce.
Paola Pacifici
Nella foto la tendopoli di Fossa (AQ)

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