sabato 23 maggio 2009

Esistono bambini "regolari" e bambini "irregolari"?


La lettera qui di seguito riportata è stata inviata a Michele Serrà e inserita nella rubrica "per posta" del Venerdì di Repubblica del 22 Maggio 2009.

Gentile Michele Serra, signori Ministri Maroni e Gelmini. Sono un'anziana insegnante in pensione da un anno, dopo quarant'anni di insegnamento nelle difficili periferie di Roma.

Noi, i bambini e i ragazzi li andavamo a prendere a casa, per strada, ragazzi italiani, stranieri, rom; abbiamo sempre appassionatamente creduto che TUTTI dovessero sedersi sui banchi di scuola, indfanzie serene e infanzie difficili, vicine a parlarsi, raccontarsi, giocare, apprendere, diventare più umani.

Gentili Ministri, non esistono bambini "regolari" e bambini "irregolari", mi spaventa essere parte di una comunità che può pensare questo.

Lasciat che i bambini vadano a scuola, andiamoli a cercare i più sfortunati, i ragazzi che vivono nei quartieri degradati, i ragazzi rom, quelli che sono arrivati su un gommone o a piedi attraverso le montagne. Accogliamoli con amore, delicatezza, curiamoli nel corpo e nell'anima.

Ho davanti tanti visi di ragazzi "regolari" italiani recuperati alla vita e alla gioia della scuola. Insieme a loro vedo gli occhi duri e diffidenti dell'irregolare Gramos, ragazzino solo, arrivato dall'Albania con una nave di disperati, aveva l'aspetto di un bambino braccato che odiava il mondo. Ad un certo punto della seconda media i suoi occhi si alzarono e ci sorrisero, nei suoi disegni ricomparvero i colori.

Adesso è "regolare2, bravo idraulico, lavora a Rovigo e telefona ancora ai suoi insegnanti perchè la scuola gli ha ridato la vita.

e ancora l'"irregolare" Milagros, arrivata dalle Ande agli Appennini, a piedi attraverso le Alpi, per ritrovare la madre. Senza documenti, accampata nel 1993 con altri parenti nela bidonville peruviana di corviale; la scuola non la mollò un giorno, non ci interessava il luogo, il giorno della sua nascita, la sua nazionalità, avevamo una bambina davanti e l'obiettivo era la sua vita.

Adesso è felice, "regolare", lavora a Bologna, ha comprato una casa.
Potrei continuare. ve li aspettavate, Ministri Maroni, Gelmini, Brunetta, questi insegnanti?
Stiamo facendo il nostro dovere o ci considerate "irregolari"?

Neda Capaccetti


Cara Professoressa Neda, gli imbecilli e i conformisti in genere giudicano "buoniste" parole come le sue. Io le trovo straordinarie per la passione umana e soprattutto per la precisione culturale e l'orgoglio professionale.

Lei non parla di teorie, parla di vita, carne e di realtà. Una lettera bellissima, dà speranza e coraggio, fa capire quanti italiani ben temperati esistano, parlino, insegnino.

La ringrazio davvero.
Michele Serra

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