domenica 1 marzo 2009

l'inutile guerra tra D'Alema e Veltroni


"Il tempo in cui a governare erano gli uomini e non le leggi è finito"
B. Obama

Il mondo è molto cambiato nei vent'anni che la sinistra italiana ha speso nei litigi tra Walter Veltroni e Massimo D'Alema. Una guerra mai dichiarata apertamente, come sarebbe stato giusto. Una mozione di qua, una di là, e chi vince, poi comanda davvero. Una guerra personale di stili, di caratteri non tanto di argomenti. In vent'anni non si è mai ben capito su quali questioni concrete i due fossero in disaccordo.

Entrambi convinti della possiblità di dialogo con Berlusconi, nonostante le lampanti prove negative. Entrambi assai timidi nel rivendicare la laicità dello Stato, moderati in politica economica, ossessionati dal non sembrare troppo "antiberlusconiani" o radicali su qualsiasi tema, infastiditi dai movimenti.

Dovendo scegliere, come tutti gli elettori di sinistra, fra la zuppa e il pan bagnato, ho preferito la zuppa buonista. Veltroni è stato il migliore della sua generazione, il più moderno il più aperto al cambiamento. L'unico dirigente di sinistra, incusa quella estrema, profondamente convinto che la politica sia altra cosa dal salotto di Bruno Vespa.

A parte questo lo preferivo perchè voleva il Partito democratico già nel 1996, subito dopo la prima vittoria di Prodi. Fu D'Alema a mettersi di traverso, ritardando di oltre un decennio il cammino del centrosinistra. Ma questo è il passato. Ed è un sollievo che sia il passato.

Ora c'è soltanto da sperare che l'elettorato di sinistra non sia più chiamato a scegliere fra due personalità, due stili, due immagini, ma fra due programmi ben distinti. Al discorso del giuramento Barack Obama ha detto:

"il tempo in cui a governare erano gli uomini e non le leggi è finito".

Ecco un programma, lungo appena una frase, che vale più di centinaia di pagine.

I cittadini sono stanchi di risse fra galli. Aspettiamo tutti un leader dell'opposizione che dica non come la pensa sul suo rivale interno, ma quali sono le tre, quattro, cinque cose da fare subito, per fronteggiare la crisi economica, quali sono le proposte sui diritti civili, il voto degli immigrati, il testamento biologico.

Che poi sia bello o brutto, giovane o vecchio, maschio o femmina, biondo o bruno, milanese o barese, amico di Fiorello o Colannino, onestamente a chi interessa?
di Curzio Maltese

Pubblicato su Venerdì di Repubblica _27 feb 2009

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