martedì 10 marzo 2009

Favola



ARLECCHINO
FAVOLA di un MONDO in cui IL DENARO
non HA CORSO




LOUIS-FRANÇOIS DELISLE DE LA DREVETIERE nel suo Arlequin sauvage (Arlecchino selvaggio) racconta di Lelio (protagonista della favola/commedia) che piega ad Arlecchino, indigeno americano, che tutto si paga con il denaro: per averlo ignorato, Arlecchino ha derubato un mercante e si è salvato solo grazie all'intervento di Lelio.




LELIO: Noi non viviamo qui tenedo tutto in comune, come fate nelle vostre foreste; ciascuno ha i propri beni e può usare solo quanto gli appartiene; le leggi sono fatte per preservarli: puniscono chi prende ciò che appartiene agli altri senza pargarlo ed è per averlo fatto che ti volevano impiccare.
ARLECCHINO: Benissimo! Ma cosa si deve dare per ciò che si prende?
LELIO: Denaro.
ARLECCHINO: Cos'è il denaro?
LELIO: Eccone un pò.
ARLECCHINO: E' quello il denaro? E' proprio buffo. (Lo porta alla bocca). Ah! E' duro come un demonio.
LELIO: Ma non si mangia.
ARLECCHINO: E allora cosa se ne fa?
LELIO: Lo si dà in cambio delle cose che servono e lo si potrebbe definire quasi una garanzia poichè col denaro si trova ovunque quel che si vuole.
ARLECCHINO: Cos'è una garanzia?
LELIO: Quando una persona ha dato la sua parola, ma non ci si fida di lui, per maggior sicuirezza gli si chiede un garante, cioè un'altra persona che si impegna a eseguire quanto è stato promesso, in caso di inadempienza.
ARLECCHINO: Ma il denaro non è un uomo e quindi non può dare la parola; come può servire dunque da garanzia?
LELIO: Eppure serve, e meglio di qualsiasi promessa. Vedi, per quello che ho appena detto, che non si ha niente per niente e che per mezzo dello scambio si ottiene tutto. Proprio per facilitare lo scambio è stato inventato il denaro, che è una merce comune e universale che si baratta con tutto e con la quale si ha tutto ciò che si desidera.
ARLECCHINO: Cosa? Dando gingilli come questo, si ottene tutto ciò che ci serve?
LELIO: Certamente.
ARLECCHINO: Mi sembra ridicolo, dato che non si può né bere né mangiare.
LELIO: Non lo si beve né lo si mangia; ma con esso si trova da bere e da mangiare.
ARLECCHINO: Questa è poroprio buffa! Le tue usanze forse non sono così balorde come le avevo giudicate. E' necessario soltanto il denaro per avere tutto senza preoccupazioni.
LELIO: Sì, col denaro non manca nulla.
ARLECCHINO: Questa cosa la trovo comodissima e proprio ben pensata. Perchè non me lo hai detto prima? Non avrei rischiato di farmi impiccare. Insegnami subito dove viene distribuito questo denaro, così possa fare provvista.
LELIO: Non si può prenderlo così.
ARLECCHINO: allora insegnami a farlo.
LELIO: Peggio ancora; saresti impiccato se tu te ne facessi anche un sol pezzo.
ARLECCHINO: E allora come diavolo si fa ad averlo? Non viene distribuito, non si può prendere, è proibito farlo: non capisco niente di questo sproloquio!
LELIO: te lo spiego subito. Ci sono due categorie di persone tra noi, i ricchi e i poveri. I ricchi hanno tutto il denaro e i poveri non ce l'hanno affatto.
ARLECCHINO: Benone.
LELIO: Così i poveri per procurarsi il denaro devono lavorare per i ricchi, che pagano una quantità di denaro commisurata al lavoro svolto.
ARLECCHINO: E i ricchi cosa fanno mentre i poveri lavorano per loro?
LELIO: Dormono, vanno a zonzo e passano la vita a divertirsi e a spassarsela.
ARLECCHINO: E' proprio una vita comoda per i ricchi.
LELIO: Questa comodità apparente provoca spesso la loro disgrazia.
ARLECCHINO: Perchè?
LELIO: Perchè le ricchezze non fanno altro che moltiplicare i bisogni degli uomini. I poveri lavorano per aver il necessario; ma i ricchi lavorano per il superfluo, che non ha limiti a causa dell'ambizione, del lusso e della vanità che li divorano; il lavoro e l'indigenza sono il pprodotto della loro stessa opulenza.
ARLECCHINO: Ma, se le cose stanno così, i ricchi sono più poveri degli stessi poveri, poichè le cose che mancano loro sono di più.
LELIO: Hai proprio ragione.
ARLECCHINO: Ascolta, vuoi che dica cosa penso delle nazioni civilizzate?
LELIO: Sì, cosa ne pensi?
ARLECCHINO: Bisogna che ti dica la verità, dal momento che non ho denaro da darti a garanzia della mia parola. Penso che voi siate dei pazzi che si credono saggi, degli ignoranti che si credono abili, dei poveri che si credono ricchi e degli schiavi che si credono liberi.
LELIO: E perchè la pensi così?
ARLECCHINO: Perchè questa è la verità. Voi siete pazzi perchè cercate con molto impegno un'infinità di cose inutili; siete poveri perchè riducete i vostri beni al denaro o ad altre diavolerie anzichè godere semplicemente della natura come facciamo noi che non vogliamo avere niente per godere più liberamente di tutto; siete schiavi di tutte le vostre proprietà che preferite alla libertà e ai vostri stessi fratelli che fareste impiccare se avessero preso la minima parte di ciò che non vi è neppure utile.
Infine, siete degli ignoranti perchè fate consistere la saggezza dell'essere esperti di leggi, mentre non conoscete la ragione che vi insegnerebbe a fare a meno delle leggi, come facciamo noi.
tratto da
"GRATIS"
dal Mito di Prometeo a Internet, le insidie di uno slogan abusato e ingannevole
di FRANCINE MARKOVITIS
clicca qui per la commedia di LOUIS-FRANÇOIS DELISLE DE LA DREVETIERE

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