mercoledì 21 gennaio 2009

dalla Spagna







Pubblicato da Terra
L’Italia sprofonda nella recessione
Secondo i dati della Commissione Europea, la recessione economica continuerà a colpire duramente l’Italia, con una diminuzione della produzione di beni e servizi del 2% rispetto allo scorso anno.
In tal modo l’Italia, la cui economia l’anno scorso si è contratta dello 0,6%, quest’anno non solo continuerà a sprofondare nella recessione, ma vedrà peggiorare sempre di più la situazione.
Sebbene alcuni indicatori, quali la disoccupazione, siano significativamente migliori rispetto a quelli di altri stati membri dell’Unione Europea, la diminuzione della domanda internazionale ha penalizzato molto l’Italia, sesto paese maggior esportatore al mondo.
In pieno tsunami economico globale, le grandi case automobilistiche come la Fiat vendono meno, la compagnia aerea Alitalia si dissangua in continui scioperi e le imprese familiari, come quella di design ‘Pininfarina’, sono perseguitate dai debiti.
Tra i paesi dell’UE, oltre all’Italia, anche l’Irlanda vedrà diminuire le dimensioni della sua economia, tanto l’anno scorso quanto l’attuale.
Per questi motivi, la spesa a cui il Governo si vede obbligato eleverà il debito fiscale italiano al di sopra del limite europeo del 3%.
Secondo l’UE, lo stato italiano spenderà quest’anno il 3,8% in più rispetto a quanto guadagnerà, un punto in più rispetto a quanto originariamente previsto.
E’ vero che questo deficit non raggiungerà il limite previsto per i paesi membri della UE, complessivamente del 4,5%, ma mentre gli altri paesi hanno approfittato per risanare i loro conti durante gli anni del benessere, l’Italia non è stata in grado di ridurre il suo debito al di sotto del 100% del suo PIL.
Secondo i dati dell’ UE, alla fine dell’anno l’Italia dovrà ai suoi creditori il 109,3% del suo PIL dell’anno scorso e fra un anno, avrà un debito che supererà il 110%.
L’elevato debito pubblico italiano limita gli strumenti che Roma ha a disposizione per aiutare le imprese e i consumatori italiani a superare le difficoltà del momento perchè la politica fiscale è limitata e la politica monetaria è nelle mani della Banca Centrale Europea.
Il volume dei pacchetti di denaro pubblico per stimolare l’economia ha un tetto più basso di quello di altri paesi europei, perché anche la capacità di indebitamento italiano è più basso.
Il ministro dell’Economia Giulio Tremonti, ha annunciato pochi giorni fa un nuovo pacchetto di incentivi per le spese sociali di 8,000 miliardi di euro, una cifra che impallidisce davanti a quelle adottate da altri paesi, come la Germania.
Tuttavia, Tremonti ha cercato di trasmettere fiducia in una intervista al Corriere della Sera di questa settimana in cui ha assicurato che l’Italia possiede “forza nella sua struttura sociale e produttiva, nelle famiglie e nelle imprese”.
Almeno, i consumatori italiani potranno beneficiare del fatto che il calo della domanda fermerà l’inflazione, che si è situata intorno al 3,5% nel 2008.
Si prevede che i prezzi aumenteranno solo del’1,2% il prossimo anno e del 2,2% nel 2010, entrambe le cifre superano leggermente quelle previste per la media dei membri dell’Unione Europea.
Una piccola consolazione per l’Italia, dove ancora non si è toccato il fondo, dal momento che, data la pessima situazione dell’economia europea, il Governo italiano si trova con un minor numero di strumenti rispetto ad altri paesi per far uscire le sue imprese ed i cittadini dalla crisi.
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