mercoledì 17 dicembre 2008

RAFFAELLA CARRA'


Messa sotto torchio dal suo compagno di vita per dieci anni (e collaboratore di sempre), accetta di parlare di matrimonio, maternità, vecchiaia e perfino di crisi economica.

Questa sì che è una carrambata. A intervistare Raffaella Carrà, Sorrisi ha inviato Gianni Boncompagni, collega di sempre e, per 10 anni, compagno della Raffa nazionale.
Tutti si aspettano che le chieda chissà cosa, invece sono tutte domande normalissime. La prima:
ha mai sgozzato un uomo? «Ho provato con lei, ma il coltello non era affilato…».
Tutti si domandano: perché non è sposata? «Perché il marito ideale esiste solo negli annunci matrimoniali. E poi il matrimonio è come la Divina Commedia al contrario: prima viene il Paradiso, poi il Purgatorio e infine l’Inferno».
Dicono che il denaro non garantisce la felicità, però costituisce un ottimo punto di partenza. «Sì, è vero, aiuta, però ho visto che nelle famiglie quando c’è il denaro si litiga più facilmente. Invece quando non c’è una lira vanno tutti d’accordo».
E lei, in percentuale, quanto è felice? «Diciamo che sono serena. In percentuale? 5 per cento».
Una tragedia…«No, in certi momenti sei molto felice, in altri sereno. La felicità è un punto alto».
Il successo del suo show è una felicità grande? «Sì, ma non saprei quantificarla in percentuale. La vita per me è “Carràmba”, poi la mia vita personale e poi le storie di tutti i giorni».
Si dice che lei sia un’ottima cuoca. «No, non “si dice”, lo sono! E lei dovrebbe saperlo, visto che cena spesso a casa mia».
Questa domanda ha detto il Direttore che gliela devo proprio fare: come fa a rimanere magra? «Mangio certe volte sì e certe volte no».
E che cosa mangia? «Di tutto, dalle tagliatelle ai dolci. Il giorno dopo mangio poco e senza pane». Ma il segreto della sua magrezza? «Lo domandi alla mia mamma. È nei geni, il mio corpo è un elastico».
Si dice che un tempo per diventare un’attrice ci voleva molta stoffa. Oggi ne basta pochissima… «Io ne ho usata poca in tv, tanto che ho scoperto pure l’ombelico! Però la stoffa di una showgirl, di un’attrice, parte dall’interiorità. Puoi essere sexy anche copertissima, dipende da come ti poni».
Come si immagina a 80 anni? «Spero visibile. Un po’ raggrinzita…».
Vorrei vedere! No, ma intendo l’aspetto generale: vecchia o ancora no? «Beh, diciamo che mi accontenterei di stare come lei».
Quando lascerà le scene? «Domani, tra un anno, mai. Dipende dal cuore. Se il cuore dice vai con Japino e Boncompagni a fare “Carràmba”, mi sento convinta».
«Capricci» si chiamano i vizi dei grandi. I suoi? «Non ne ho di capricci, io».
Eh, sì... Il vizio di essere generosa, per esempio. «Ma non è un vizio, è una virtù che viene con gli anni. Prima si è più egoisti. Ma capricci non ne faccio, semmai dico dei no violentissimi».
Morirebbe per un ideale? «Non so. Morirei per sbaglio forse, perché non è che mi immolo così…».E quale sarebbe questo ideale? «Il senso di giustizia».
Mangiare è uno dei quattro scopi della vita. Quali siano gli altri tre però nessuno l’ha mai saputo. «Come nessuno l’ha mai saputo? Ma se lei è il primo che li professa! Ebbene, la prima cosa è fare l’amore…».
Sì, certo, per procreare. «Solo? Ma da dove viene lei? No, per prima cosa fare l’amore, poi avere una profonda spiritualità. E poi… cazzeggiare». Un figlio le manca?«Sì, certo. Ma mi occupo dei miei nipoti, di tanti altri ragazzi che hanno bisogno e la mia vita è piena lo stesso». Per amore della rosa si sopportano le spine. Quali sono state le sue spine?«Ma lei è un poeta… Le mie spine sono le “sparizioni” da questa terra di persone che amo moltissimo. Poi le malattie. Il resto è vita».
Si dice che il nostro Paese sia sull’orlo dell’abisso. Che segnali ha della crisi? «Siamo abituati a vivere oltre le nostre possibilità. Mia madre diceva: “Pochi, maledetti e subito”, cioè fai il passo secondo la tua possibilità. Con l’incitazione continua alla rateizzazione è bastato uno scossone e in tanti si sono trovati in difficoltà. Non mi va che i manager che hanno guadagnato miliardi e gestito male le aziende non paghino i loro errori».
Vuol fare un nome? «Quello dell’Alitalia per esempio. Chi non gestisce bene un’azienda dovrebbe restituire parte del denaro ricevuto». Ma questa è una pia aspirazione… «Se noi sbagliamo un programma ce lo chiudono. Perché un manager che ha lavorato male deve andar via con milioni di euro? Guardi Marchionne: è andato alla Fiat e l’ha ritirata su. Così si fa. Se sei bravo ti pago, se hai gestito male ti caccio e ti tolgo i soldi per ridarli agli operai».
Che voto si dà in generale? «Mah, la sufficienza. Un 7 e mezzo».
Alla faccia della sufficienza! «Non sono mica tanto male, sa? Lavoro molto, sono leale, mi so divertire, ho autocritica, autoironia e cerco di prendere la vita a braccia aperte».
Chi sarà il suo successore? «Morto un Papa se ne fa un altro. C’è solo da scegliere…».
Cosa vorrebbe sentirsi dire? «Che lei ha finito l’intervista. Ciao! E non dimentichi di salutarmi il suo Direttore...».
di Gianni Boncompagni
Tv Sorrisi e Canzoni - 17 dicembre 2008

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