L'aula grida: "Vergogna"
SOLO Tredici condanne
Sentenza Diaz, assolti i vertici della polizia
Questa sera non dormirò tranquilla. NON esiste giustizia in Italia. NON illudiamoci. O per lo meno IO NON CI CREDO PIU' E PER QUESTO MI VERGOGNO, MA PROPRIO TANTO.
Mi dispiace per chi dopo quelle notti oggi non vive tranquillo; per chi si guarderà per sempre alle spalle temendo un agguato; per chi, sono al ricordo, rabbrividisce. QuEi ragazzi, in quella scuola adibidita a dormitorio, stavano chiaccherando: chi magari giocando a carte, chi programmando il giorno successivo, chi chiamando la famiglia, chi discutendo di ideali, chi dibattendo sull'ecologia. Mi piace pensare che qualcuno magari si rifletteva nel cielo stellato, di una notte di luglio, pensando al proprio futuro.
Ecco all'improvviso entrare dei poliziotti armati e feroci che hannno iniziato a picchiare senza motivo. Sfogando la loro frustrazione contro anziane, ragazze lasciate poi a terra sanguinanti.
I medici che hanno soccorso i nostri, affermano di aver dovuto fare da scudo per non far portar via dall'ospedale i feriti più gravi. SI perchè dopo averli pestati volevano anche portarseli in carcere.
Come dei trofei. CRETINI.
Ci credevo. Credevo che questa volta si facesse giustizia. Credevo che per una volta, una sola volta e platealmente si mettesse fine ad una brutta storia di cronaca, sporca di politica, con un lieto fine.
Ci credevo. Credevo che questa volta si facesse giustizia. Credevo che per una volta, una sola volta e platealmente si mettesse fine ad una brutta storia di cronaca, sporca di politica, con un lieto fine.
Il cattivo condannato e sollievo alle ferite degli Innocenti. Invece no.
Ancora una volta la giustizia in Italia perde.
Ancora una volta la giustizia in Italia perde.
Rosalba
UNO STATO che vessa e maltratta le persone private della libertà non è uno Stato democratico. Una polizia che usa la forza non per impedire reati, ma per commetterne, non può essere considerata "forza dell'ordine". Fatti di questo genere distruggono la credibilità delle istituzioni più di tanti insuccessi dei poteri pubblici".
Valerio Onida, giudice emerito della Corte Costituzionale.
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