giovedì 9 ottobre 2008

Pio La Torre non si cancella - 11 Ottobre 2008 manifestazione a Comiso

“In questo Paese c'è un clima nel quale si torna a parlare del fascismo in termini che rimuovono la storia”.
Questo è quanto ha affermato il segretario del PD, Walter Veltroni, in visita al Centro Pio La Torre di Palermo durante una conferenza stampa con i giornalisti. La visita palermitana del leader del PD è a testimonianza del impegno dei democratici di non cedere davanti agli spot elettorali del sindaco di Comiso che ha voluto ripristinare l'antico nome dell'aeroporto locale al generale “Magliocco” - comandante nei bombardamenti in Etiopia - cancellando l'intitolazione a “Pio La Torre”.
“È un gesto contro la lotta alla mafia e di rivalutazione del fascismo - ha dichiarato Veltroni - che deve essere isolato dalle forze politiche che hanno eletto il sindaco sia livello locale che nazionale”.
Per ribadire questa posizione Veltroni ha annunciato la sua partecipazione alla manifestazione che si terrà a Comiso il prossimo 11 ottobre. “Mi fa piacere sapere che all'Assemblea regionale siciliana sia stata presentata una mozione per lasciare il nome di La Torre, firmata da Pd, Mpa e Udc. Mi dispiace sapere che il Pdl non ha firmato, ma mi dicono che c'è l'impegno a votare a favore”.
Quindi, commentando il fenomeno della cosiddetta “parentopoli siciliana” ha aggiunto: “mi pare ci sia una malattia molto radicata ed estesa che non aiuta a rendere più forte l'immagine delle istituzioni. Sarei curioso di sapere cosa dice in proposito il ministro della Pubblica amministrazione, perché si butta la croce addosso spesso ai lavoratori del pubblico impiego e poi si scopre che la politica compie queste azioni.
Sono cose che non si dovrebbero fare, le istituzioni devono garantire la trasparenza delle regole del gioco a cominciare dalle assunzioni e dagli appalti. Di quelle poco nitide i cittadini non ne hanno bisogno”.Il governo di Berlusconi continua a penalizzare la Sicilia. Nella finanziaria non c'è nulla di cui la regione ha bisogno, a cominciare dalle infrastrutture, al sistema viario sino alle tecnologie. La riduzione drastica di investimenti peserà in modo particolare sulla Sicilia. “Nella lotta alla mafia - ha concluso Veltroni - serve unire lo sviluppo economico e l'attenzione nei confronti della scuola. Ad esempio qui in Sicilia se si attua il decreto previsto dal governo si chiudono 506 scuole in comuni dove vi sono meno di 500 alunni.
La gente di Sicilia non si può permettere di avere ulteriormente ridotto la vicinanza tra la scuola e la Sicilia”.

Nessun commento:

Posta un commento