mercoledì 15 ottobre 2008

dalla FRANCIA


Silvio Berlusconi è molto abile a vendere fumo
Pubblicato Martedì 14 Ottobre 2008 in Francia
-Liberation-


Massimo Cacciari, filosofo e sindaco di Venezia
Eletto esattamente 6 mesi fa con circa il 47% dei voti per la sua coalizione di destra, Silvio Berlusconi vola nei sondaggi. Nonostante la crisi economica, il presidente del Consiglio italiano, 72 anni, raccoglie nei sondaggi quasi due italiani su tre. Filosofo, sindaco di Venezia ed elettore libero della sinistra riformista Massimo Cacciari analizza questa popolarità.

Come spiegare un tale stato di grazia?
I fattori sono, di tutta evidenza, molteplici, ma in partenza c’è la colossale disillusione provocata dal governo uscente di Romano Prodi, indebolito dagli incessanti dissensi in seno alla maggioranza di centro sinistra. Come contraccolpo, questo ha favorito Berlusconi che, per la prima volta, ed a differenza delle sue precedenti esperienze di governo, nel 1994 e nel 2001, è uscito dalle elezioni di aprile 2008 con una maggioranza solida. Al giorno d’oggi, non ha bisogno di effettuare mediazioni politiche con i suoi alleati. E’ solo al comando, leader indiscusso. In questo contesto gli è bastato risolvere, almeno provvisoriamente alcuni dossier, come quello dei rifiuti a Napoli, per volare nei sondaggi. Silvio Berlusconi è molto abile a vendere fumo. Il saper comunicare resta un dato essenziale della politica. Dato che oggi può giocare da solo, sfrutta al massimo il filone, tanto più che possiede gran parte dei mezzi d’informazione.
Sull’immigrazione, la sua maggioranza moltiplica gli annunci, ma in realtà gli sbarchi di clandestini sulle coste aumentano. Contro l’insicurezza ha dispiegato, spettacolarmente, 3000 militari per le strade (una goccia d’acqua rispetto ai 400 000 membri delle forze dell’ordine), ma ha tagliato il budget della polizia. Proclama che il federalismo fiscale che ha appena adottato permetterà ai comuni di avere più denaro, ma in realtà i tagli al bilancio sono terribili per i municipi. A Venezia ci mancano 5 milioni di euro.
Perché la crescita zero non influisce sulla sua popolarità?
L’Italia è in preda ad una crisi reale. Siamo in una situazione di inizio di panico incipiente. Storicamente, quando la classe media ha paura, questo favorisce la destra. In più Silvio Berlusconi è stato abile. In campagna elettorale non ha promesso miracoli. Al contrario, ha esagerato la crisi parlando di una situazione analoga al 1929 e si è presentato come colui che al meglio è capace di affrontare la tempesta. L’altro elemento importante è l’inesistenza dell’opposizione di sinistra. I suoi responsabili non hanno capito niente durante il governo di Romano Prodi. Si sono dissanguati reciprocamente invece di trovare un’unità per riformare il paese. Hanno una responsabilità storica. Dopo lo scrutinio di aprile, invece di organizzarsi e capitalizzare un risultato decoroso, il partito democratico si è afossato nella sindrome della sconfitta e non propone più progetti. E’ il regno della polemica quando l’opposizione dovrebbe presentare le sue contro-proposte sull’immigrazione, la sicurezza o l’economia. Ciò corrisponde anche alla crisi ideologica che affligge l’insieme delle sinistre europee.
Il berlusonismo prima maniera esaltava l’individualismo e ora predica l’ordine. Perché?Con la crisi economica, la destra ha proposto una politica più realista e più moralista. Berlusconi e i suoi collaboratori difendono oggi esattamente l’opposto di quello che dicevano dieci anni fa. Un tempo erano liberali, oggi parlano di sicurezza, di difesa dei risparmiatori, di lavoro o ancora della nazione.

La popolarità di Silvio Berlusconi, potrà resistere sul lungo periodo?
Dopo sei mesi di spot pubblicitari, si arriva al nodo dei problemi reali. L’evoluzione dipenderà in parte dalla capacità dell’opposizione di reagire. Ma di fronte ai pachidermi della sinistra, la destra è strutturalmente più adattabile. C’è il rischio di un ripiegamento nazionalista o addirittura xenofobo. Berlusconi e il suo ministro dell’economia, Giulio Tremonti, non hanno mai negato di sopportare difficilmente l’Europa. Nella destra italiana ci sono dunque degli elementi xenofobi e micronazionalisti come la Lega Nord che strumentalizzano la situazione. Ma, all’interno della maggioranza, altre forze sanno che la situazione è delicata e che è pericoloso cercare dei capri espiatori. Nonostante i recenti episodi di violenze xenofobe, non c’è un pericolo razzista in Italia semplicemente perché non c’è una base intellettuale e culturale per questo. Rimane il fatto che in situazioni di crisi e di insicurezza la tentazione di attribuire la responsabilità dei problemi all’altro è sempre molto forte.

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