domenica 24 gennaio 2010

La lotta all'evasione fiscale che nessuno vuole fare

di Curzio Maltese


La vera ingiustizia fiscale in Italia è l'evasione.

Quindici anni di chiacchere e slogan per arrivare alla conclusione che la riforma fiscale non si può più fare. Le due aliquote, al 23 e al 33 per cento, rimangono nel voluminoso libro dei sogni della destra.
Berlusconi ha scoperto di colpo che l'Italia porta il peso di un gigantesco debito pubblico, grazie anche allo statista Craxi, e bisogna pagare ogni anno otto miliardi d'interessi.
Mancano i fondi per finanziare il taglio alle tasse, come si sapeva da una vita.
E invece non è vero. I fondi ci sono, basta volerli cercare dove vanno trovati: nell'evasione fiscale.
La riforma fiscale sarebbe costata, secondo Tremonti, circa sette miliardi di euro l'anno. Secondo altri calcoli più seri, per cambiare il regime fiscale occorre almeno il doppio, 14 miliardi. Una cifra enorme, si capisce. Ma non se confrontata con l'iceberg dell'evasione fiscale, che ammonta ogni anno in Italia a 140-150 miliardi di euro. Basterebbe insomma ridurre del dieci per cento l'evasione per finanziare il taglio alle tasse. In che modo?
Con gli stessi sistemi che usano nel resto d'Europa, dove in media l'evasione fiscale è meno della metà di quella italiana.
Questo gli economisti lo sanno e lo sa perfino Tremonti, che non è un economista ma un profeta con un passato da commercialista.
Soltanto che non basta, bisogna avere la volontà politica di combattere la più grande ingiustizia italiana. Ed è questa che manca alla destra berlusconiana, che fin dal principio ha stretto un patto tacito con la grande massa degli evasori.
Quello che non si capisce è perchè tale volontà politica manchi anche al centrosinistra. In tutti questi anni, difronte alle favole berlusconiane, il centrosinistra ha scelto la posizione di gran lunga più impopolare, quella del veto ideologico.
Un errore colossale e doppio. Intanto perchè accreditava come reale la volontà riformatrice che Silvio Berlusconi non ha mai avuto.
Secondo, perchè un taglio fiscale sarebbe oggi la scelta più democratica e civile per ridistribuire il reddito.
Assai più che mantenere le attuali aliquote, che non danneggiano i ricchi ma piuttosto i fessi onesti che pagano.
La vera ingiustizia fiscale in Italia è l'evasione.
Costringere Berlusconi a fare la lotta all'evasione sarebbe il miglior modo per metterlo spalle al muro. Farsi costringere da Berlusconi a parlare ormai soltanto di riforma della giustizia, ovvero del modo di fermare le procure. è al contrario il miglior sistema per andare alla catastrofe.
Tratto dal "Venerdì" di Repubblica 22 Gennaio 2010

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