venerdì 13 marzo 2009

AUTOVELOX



Cassazione: "Gli autovelox siano segnalati e ben visibili"

Una sentenza dichiara illegali le apparecchiature che vengono occultate per 'incastrare' gli automobisti, ricordando che possono essere sequestrati.
Soddisfazione di Adusbef e Federconsumatori: "Finalmente la Suprema Corte ha messo una pietra tombale sugli abusi dei Comuni per fare cassa".

ROMA - Le postazioni di controllo della velocità attraverso autovelox devono essere "segnalate e ben visibili". Lo stabilisce una sentenza della Corte di Cassazione, che dichiara che devono pertanto considerarsi illegali gli autovelox utilizzati in maniera scorretta, "solo al fine di rispondere alle esigenze di cassa dei comuni e delle società private che hanno in appalto il servizio di rilevamento della velocità". Secondo la Cassazione, gli apparecchi devono invece essere segnalati agli automobilisti almeno 400 metri prima dal punto della loro collocazione. Altrimenti gli stessi autovelox possono venire sequestrati dall'autorità giudiziaria e i titolari della società di rilevamento rischiano l'incriminazione per truffa. E pertanto la Suprema Corte, con la sentenza 11131, ha confermato il sequestro di alcuni veicoli e autovelox della società 'Speed Control' attiva nei comuni calabresi di Fiumefreddo Bruzio, Belmonte Calabro e Longobardi (Cosenza), che non erano segnalati con chiarezza e in anticipo. Secondo i giudici di Piazza Cavour è corretta la tesi accusatoria della Procura di Cosenza, in base alla quale l'attività di rilevamento così svolta "era intenzionalmente preordinata a trarre in inganno gli automobilisti, in contrasto con lo spirito della normativa in materia diretta a reprimere incidenti più che a reprimere".

Il titolare della 'Speed control' - Francesco L., che riceveva un compenso per ogni multa riscossa - occultava gli apparecchi a bordo di macchine di sua proprietà e, a tradimento, 'incastrava' gli automobilisti. Soddisfatte le associazioni dei consumatori: "La Suprema Corte di Cassazione, con la sentenza n.11131, ha messo una pietra tombale sui reiterati abusi dei comuni, che hanno disinvoltamente utilizzato gli autovelox negli ultimi cinque-sei anni, come strumenti di pronta cassa per ripianare i bilanci, e non come strumenti di prevenzione previsti dal Codice della Strada", affermano Elio Lannutti (Adusbef) e Rosario Trefiletti (Federconsumatori).


La Repubblica _13 Marzo 2009_




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