Ernesto Guevara de la Serna più noto come Che Guevara (o semplicemente El Che) (Rosario, 14 giugno 1928 – La Higuera, 9 ottobre 1967) è stato un rivoluzionario e guerrigliero argentino. Guevara fu membro del Movimento del 26 di luglio e, dopo il successo della rivoluzione cubana, assunse un ruolo nel nuovo governo, secondo per importanza al solo Fidel Castro.
Dopo il 1965, lasciò Cuba per "esportare la rivoluzione", prima nell'ex Congo Belga (ora Repubblica Democratica del Congo), poi in Bolivia. L'8 ottobre 1967 venne ferito e catturato da un reparto anti-guerriglia dell'esercito boliviano - assistito da forze speciali statunitensi ossia agenti speciali della CIA - a La Higuera, nella provincia di Vallegrande (dipartimento di Santa Cruz). Il giorno successivo venne ucciso e mutilato ai polsi e caviglie nella scuola del villaggio. Il suo cadavere - dopo essere stato esposto al pubblico a Vallegrande - fu sepolto in un luogo segreto e ritrovato da una missione di antropologi forensi argentini e cubani, autorizzata dal governo boliviano di Sanchez de Lozada, nel 1997.
Dopo il 1965, lasciò Cuba per "esportare la rivoluzione", prima nell'ex Congo Belga (ora Repubblica Democratica del Congo), poi in Bolivia. L'8 ottobre 1967 venne ferito e catturato da un reparto anti-guerriglia dell'esercito boliviano - assistito da forze speciali statunitensi ossia agenti speciali della CIA - a La Higuera, nella provincia di Vallegrande (dipartimento di Santa Cruz). Il giorno successivo venne ucciso e mutilato ai polsi e caviglie nella scuola del villaggio. Il suo cadavere - dopo essere stato esposto al pubblico a Vallegrande - fu sepolto in un luogo segreto e ritrovato da una missione di antropologi forensi argentini e cubani, autorizzata dal governo boliviano di Sanchez de Lozada, nel 1997.
Da allora i suoi resti si trovano nel Mausoleo di Santa Clara di Cuba.
El CHE
Il soprannome di "Che" gli venne attribuito dai suoi fedelissimi compagni di lotta cubani in Messico, e deriva dal fatto che Guevara, come tutti gli argentini, pronunciava spesso l'allocuzione "che". La parola deriva dalla lingua mapuche e significa "uomo", "persona", e venne ripresa nello spagnolo parlato in Argentina ed Uruguay, per chiamare l'attenzione di un interlocutore, o più in generale, come un'esclamazione simile a "hey".
Biografia
Ernesto Guevara de la Serna nacque a Rosario, in Argentina, da una famiglia di origini spagnole, basche ed irlandesi. I genitori erano Ernesto Guevara Lynch e Celia de la Serna.
Relativamente alla data di nascita si hanno notizie discordi: nella biografia più completa e documentata, quella redatta da Jon Lee Anderson viene citata l'affermazione della madre, la quale asserisce che la data corretta è il 14 maggio. Era primo di cinque fratelli (tre maschi e due femmine), sebbene il padre avrà da un secondo matrimonio con la pittrice argentina Ana Maria Erra altri 3 figli, Ramon, Maria Victoria e Ramiro.
Nonostante soffrisse d'asma (male che costringerà i Guevara a trasferirsi a Córdoba e che lo affliggerà tutta la vita), si dedicò allo sport, specialmente al rugby, con ottimi risultati.
Altra passione giovanile furono gli scacchi, gioco insegnatogli dal padre. Dall'età di 12 anni partecipò a diversi tornei scacchistici locali. Durante l'adolescenza, si appassionò alla poesia, specialmente a quella di Pablo Neruda. Come molti sudamericani della sua estrazione sociale e culturale, nel corso degli anni Guevara scrisse diverse poesie. Era, del resto, un lettore vorace ed eclettico, con interessi che variavano dai classici dell'avventura di Jack London e Jules Verne ai saggi di Sigmund Freud e Carl Jung ed ai trattati filosofici di Bertrand Russell. Nella tarda adolescenza si appassionò alla fotografia, passando molte ore a fotografare persone e luoghi. Anni dopo, avrebbe fotografato i siti archeologici visitati nei suoi viaggi.
Studiò dal 1941 nel "Colegio Nacional Deán Funes" e, nel 1948, si iscrisse all'Università di Buenos Aires per studiare medicina. Dopo diverse interruzioni, si laureò nel marzo 1953, ma, probabilmente, non concluse il tirocinio necessario per esercitare la professione medica.
Relativamente alla data di nascita si hanno notizie discordi: nella biografia più completa e documentata, quella redatta da Jon Lee Anderson viene citata l'affermazione della madre, la quale asserisce che la data corretta è il 14 maggio. Era primo di cinque fratelli (tre maschi e due femmine), sebbene il padre avrà da un secondo matrimonio con la pittrice argentina Ana Maria Erra altri 3 figli, Ramon, Maria Victoria e Ramiro.
Nonostante soffrisse d'asma (male che costringerà i Guevara a trasferirsi a Córdoba e che lo affliggerà tutta la vita), si dedicò allo sport, specialmente al rugby, con ottimi risultati.
Altra passione giovanile furono gli scacchi, gioco insegnatogli dal padre. Dall'età di 12 anni partecipò a diversi tornei scacchistici locali. Durante l'adolescenza, si appassionò alla poesia, specialmente a quella di Pablo Neruda. Come molti sudamericani della sua estrazione sociale e culturale, nel corso degli anni Guevara scrisse diverse poesie. Era, del resto, un lettore vorace ed eclettico, con interessi che variavano dai classici dell'avventura di Jack London e Jules Verne ai saggi di Sigmund Freud e Carl Jung ed ai trattati filosofici di Bertrand Russell. Nella tarda adolescenza si appassionò alla fotografia, passando molte ore a fotografare persone e luoghi. Anni dopo, avrebbe fotografato i siti archeologici visitati nei suoi viaggi.
Studiò dal 1941 nel "Colegio Nacional Deán Funes" e, nel 1948, si iscrisse all'Università di Buenos Aires per studiare medicina. Dopo diverse interruzioni, si laureò nel marzo 1953, ma, probabilmente, non concluse il tirocinio necessario per esercitare la professione medica.
Quando era ancora studente, Guevara passò molto tempo a viaggiare in America Latina. Nel 1951 un suo vecchio amico, Alberto Granado, un biochimico, suggerì a Guevara di prendere un anno di pausa dagli studi in medicina per intraprendere il viaggio attraverso il Sudamerica che per anni si erano proposti di fare. Guevara ed il ventinovenne Alberto partirono quindi dalla città di Alta Gracia a cavallo di una motocicletta Norton Model 18 di 500 cc del 1939, cui Granado aveva dato il soprannome di "La Poderosa". La loro idea era di passare qualche settimana nel lebbrosario di San Pablo, in Peru, sulle rive del Rio delle Amazzoni, a compiere attività di volontariato. Guevara raccontò questo viaggio nel diario "Latinoamericana" (Notas de viaje) da cui, nel 2004, verrà tratto il film I diari della motocicletta e nel 1997 i Modena City Ramblers ne scrissero un canzone intitolata Transamerika contenuta nel loro album Terra e libertà.
Dopo aver visto la povertà di massa e influenzato dalle letture sulle teorie marxiste, concluse che solo la rivoluzione avrebbe potuto risolvere le disuguaglianze sociali ed economiche dell'America Latina. I suoi viaggi gli fornirono anche l'idea di non vedere il Sudamerica come una somma di diverse nazioni, ma come un'unica entità, per la liberazione della quale era necessaria una strategia di respiro continentale. Cominciò ad immaginare la possibilità di una Ibero-America unita e senza confini, legata da una stessa cultura (mestizo), un'idea che assumerà notevole importanza nelle sue ultime attività rivoluzionarie. Ritornato in Argentina, completò gli studi il prima possibile, deciso a continuare i suoi viaggi nell'America del Sud e nell'America centrale.
Dopo aver visto la povertà di massa e influenzato dalle letture sulle teorie marxiste, concluse che solo la rivoluzione avrebbe potuto risolvere le disuguaglianze sociali ed economiche dell'America Latina. I suoi viaggi gli fornirono anche l'idea di non vedere il Sudamerica come una somma di diverse nazioni, ma come un'unica entità, per la liberazione della quale era necessaria una strategia di respiro continentale. Cominciò ad immaginare la possibilità di una Ibero-America unita e senza confini, legata da una stessa cultura (mestizo), un'idea che assumerà notevole importanza nelle sue ultime attività rivoluzionarie. Ritornato in Argentina, completò gli studi il prima possibile, deciso a continuare i suoi viaggi nell'America del Sud e nell'America centrale.
Dopo la laurea alla scuola medica dell'Università di Buenos Aires nel 1953, Guevara ricominciò a viaggiare, visitando Bolivia, Peru, Ecuador, Panamá, Costa Rica, Nicaragua, Honduras e El Salvador. Raggiunse finalmente il Guatemala dove il presidente Jacobo Arbenz Guzmán guidava un governo populista che cercava di portare avanti una rivoluzione sociale attraverso varie riforme, soprattutto fondiarie. Intorno a questo periodo Guevara ricevette il famoso soprannome "Che", dovuto all'uso frequente che faceva del tipico intercalare argentino Che.
Secondo Jon Lee Anderson, il principale contatto di Guevara in Guatemala fu la socialista peruviana Hilda Gadea, che lo introdusse in ambienti vicini al governo Arbenz. Hilda faceva parte dell'American Popular Revolutionary Alliance (APRA), un movimento politico guidato da Víctor Raúl Haya de la Torre.
Guevara prese anche contatto con diversi esuli cubani, legati a Fidel Castro, tra cui Antonio "Ñico" López, che aveva preso parte all'attacco della caserma "Carlos Manuel de Céspedes" a Bayamo, nella provincia cubana di Oriente, e che sarebbe morto al ponte Ojo del Toro poco dopo lo sbarco a Cuba della Granma. Guevara si unì a questi "moncadistas" nella vendita di oggetti religiosi connessi al culto del Cristo nero ed aiutò anche due medici venezuelani specialisti della malaria, Vega e Peñalver.
La sua situazione economica era precaria e fu costretto a dare in pegno alcuni gioielli di Hilda. Il 15 maggio 1954, sulla nave svedese Alfhem, arrivò un carico d'armi di alta qualità per la fanteria e per l'artiglieria leggera di marca Skoda, inviato dalla Cecoslovacchia comunista al governo Arbenz.
Il carico fu stimato in 2000 tonnellate dalla CIA e, abbastanza stranamente, in appena due tonnellate da Jon Lee Anderson (si pensa però che la stima di Anderson sia il risultato di un errore di stampa).
Guevara si era recato per breve tempo nel Salvador per procurarsi un nuovo visto ed in seguito era ritornato in Guatemala. Nel frattempo, aveva avuto inizio il colpo di stato di Carlos Castillo Armas, messo in atto con l'appoggio della CIA. Le forze contrarie ad Arbenz non furono in grado di arrestare il trasporto delle armi ceche su ferrovia. In seguito però, riorganizzate e dotate di supporto aereo, iniziarono a guadagnare terreno. Guevara entrò in una milizia armata organizzata dai giovani comunisti, ma ben presto ritornò ai suoi impegni medici. A seguito del colpo di stato, Guevara si era presentato volontario, ma Arbenz consigliò ai sostenitori dotati di cittadinanza estera di abbandonare il paese. Dopo che Hilda fu arrestata, Guevara per breve tempo si rifugiò nel consolato argentino e poi si trasferì in Messico.
Il colpo di stato contro Arbenz, appoggiato dalla CIA, consolidò l'opinione di Guevara che gli Stati Uniti fossero una potenza imperialista, che si sarebbe sempre opposta ai governi intenzionati a ridurre le disparità economiche, endemiche in America Latina e negli altri paesi in via di sviluppo. Questo rafforzò ulteriormente la sua convinzione secondo cui solo il socialismo, raggiunto attraverso la lotta armata e difeso dal popolo in armi, avrebbe risolto i problemi dei paesi poveri.
Secondo Jon Lee Anderson, il principale contatto di Guevara in Guatemala fu la socialista peruviana Hilda Gadea, che lo introdusse in ambienti vicini al governo Arbenz. Hilda faceva parte dell'American Popular Revolutionary Alliance (APRA), un movimento politico guidato da Víctor Raúl Haya de la Torre.
Guevara prese anche contatto con diversi esuli cubani, legati a Fidel Castro, tra cui Antonio "Ñico" López, che aveva preso parte all'attacco della caserma "Carlos Manuel de Céspedes" a Bayamo, nella provincia cubana di Oriente, e che sarebbe morto al ponte Ojo del Toro poco dopo lo sbarco a Cuba della Granma. Guevara si unì a questi "moncadistas" nella vendita di oggetti religiosi connessi al culto del Cristo nero ed aiutò anche due medici venezuelani specialisti della malaria, Vega e Peñalver.
La sua situazione economica era precaria e fu costretto a dare in pegno alcuni gioielli di Hilda. Il 15 maggio 1954, sulla nave svedese Alfhem, arrivò un carico d'armi di alta qualità per la fanteria e per l'artiglieria leggera di marca Skoda, inviato dalla Cecoslovacchia comunista al governo Arbenz.
Il carico fu stimato in 2000 tonnellate dalla CIA e, abbastanza stranamente, in appena due tonnellate da Jon Lee Anderson (si pensa però che la stima di Anderson sia il risultato di un errore di stampa).
Guevara si era recato per breve tempo nel Salvador per procurarsi un nuovo visto ed in seguito era ritornato in Guatemala. Nel frattempo, aveva avuto inizio il colpo di stato di Carlos Castillo Armas, messo in atto con l'appoggio della CIA. Le forze contrarie ad Arbenz non furono in grado di arrestare il trasporto delle armi ceche su ferrovia. In seguito però, riorganizzate e dotate di supporto aereo, iniziarono a guadagnare terreno. Guevara entrò in una milizia armata organizzata dai giovani comunisti, ma ben presto ritornò ai suoi impegni medici. A seguito del colpo di stato, Guevara si era presentato volontario, ma Arbenz consigliò ai sostenitori dotati di cittadinanza estera di abbandonare il paese. Dopo che Hilda fu arrestata, Guevara per breve tempo si rifugiò nel consolato argentino e poi si trasferì in Messico.
Il colpo di stato contro Arbenz, appoggiato dalla CIA, consolidò l'opinione di Guevara che gli Stati Uniti fossero una potenza imperialista, che si sarebbe sempre opposta ai governi intenzionati a ridurre le disparità economiche, endemiche in America Latina e negli altri paesi in via di sviluppo. Questo rafforzò ulteriormente la sua convinzione secondo cui solo il socialismo, raggiunto attraverso la lotta armata e difeso dal popolo in armi, avrebbe risolto i problemi dei paesi poveri.
La rivoluzione Cubana
Poco dopo l'arrivo in Messico, rinnovò la sua amicizia con Ñico López e con gli altri esuli cubani che aveva incontrato in Guatemala. López lo mise in contatto con Raúl Castro. Dopo essere stato rilasciato, Fidel Castro arrivò a Città del Messico e Raúl gli presentò Guevara. Dopo una fervida conversazione durata tutta la notte, Guevara si convinse che Castro era il capo rivoluzionario che stava cercando ed aderì al Movimento del 26 di luglio che aveva in programma di abbattere il dittatore cubano Fulgencio Batista. Anche se i piani prevedevano che Guevara avrebbe dovuto essere solo il medico del gruppo, Guevara partecipò all'addestramento militare insieme agli altri membri del movimento e, alla fine del corso, fu segnalato dall'istruttore, il colonnello Alberto Bayo, come il migliore degli allievi. Nel frattempo, anche Hilda Gadea era arrivata dal Guatemala e riprese la sua relazione con Guevara. Nell'estate del 1955 lo informò che era incinta e lui le propose di convolare a nozze. Il matrimonio ebbe luogo il 18 agosto 1955 e la loro figlia, che chiamarono Hilda Beatríz, venne alla luce il 15 febbraio 1956.
Quando, il 25 novembre 1956, la nave Granma partì da Tuxpan, in Messico (provincia di Veracruz) alla volta di Cuba, Guevara e l'italiano Gino Donè Paro (morto nel 2008 a San Donà di Piave all'età di 83 anni) erano gli unici due non cubani a bordo. Il 2 dicembre avvenne lo sbarco a La Playa de las Coloradas, una zona paludosa vicino a Niquero (Cuba sudorientale). Poco dopo furono attaccati dai militari di Batista e la metà di loro cadde in combattimento o fu uccisa dopo la cattura. I sopravvissuti, circa una ventina, si riorganizzarono e fuggirono sulle montagne della Sierra Maestra, per condurre la guerriglia contro il regime.
Negli ultimi giorni del dicembre 1958, diresse l'attacco condotto dalla sua "squadra suicida" (un reparto che svolse le missioni più rischiose dell'esercito rivoluzionario) su Santa Clara. Fu una delle battaglie decisive della rivoluzione, anche se la serie di sanguinose imboscate, prima durante la ofensiva sulla Sierra Maestra poi sulla Guisa e l'intera campagna delle pianure di Cauto probabilmente ebbero una maggiore importanza militare. Dopo essersi accorto che i suoi alti ufficiali, come il generale Cantillo che aveva incontrato Castro allo zuccherificio abbandonato "Central America", stavano stipulando una pace separata con Castro, Batista, il 1 gennaio 1959, fuggì nella Repubblica Dominicana.
Quando, il 25 novembre 1956, la nave Granma partì da Tuxpan, in Messico (provincia di Veracruz) alla volta di Cuba, Guevara e l'italiano Gino Donè Paro (morto nel 2008 a San Donà di Piave all'età di 83 anni) erano gli unici due non cubani a bordo. Il 2 dicembre avvenne lo sbarco a La Playa de las Coloradas, una zona paludosa vicino a Niquero (Cuba sudorientale). Poco dopo furono attaccati dai militari di Batista e la metà di loro cadde in combattimento o fu uccisa dopo la cattura. I sopravvissuti, circa una ventina, si riorganizzarono e fuggirono sulle montagne della Sierra Maestra, per condurre la guerriglia contro il regime.
Negli ultimi giorni del dicembre 1958, diresse l'attacco condotto dalla sua "squadra suicida" (un reparto che svolse le missioni più rischiose dell'esercito rivoluzionario) su Santa Clara. Fu una delle battaglie decisive della rivoluzione, anche se la serie di sanguinose imboscate, prima durante la ofensiva sulla Sierra Maestra poi sulla Guisa e l'intera campagna delle pianure di Cauto probabilmente ebbero una maggiore importanza militare. Dopo essersi accorto che i suoi alti ufficiali, come il generale Cantillo che aveva incontrato Castro allo zuccherificio abbandonato "Central America", stavano stipulando una pace separata con Castro, Batista, il 1 gennaio 1959, fuggì nella Repubblica Dominicana.
Il Governo Cubano
Il 2 gennaio 1959 la colonna del Che entra nella capitale di Cuba, La Habana, e occupa la fortezza militare "La Cabaña", eretta al tempo della colonizzazione degli spagnoli a L'Avana. Per i sei mesi in cui rivestì l'incarico di comandante della prigione sovrintese ai processi e alle esecuzioni di circa 55 miltari, ex ufficiali del regime di Batista, membri del BRAC (Buró de Represión de Actividades Comunistas, "Ufficio repressione attività comuniste"). In questo periodo organizza una scuola di alfabetizzazione per tutti gli ex combattenti e incontra Salvador Allende; Successivamente il Che dedicherà al futuro Presidente del Cile il libro La guerra de guerrillas: "A Salvador Allende che con altri mezzi cerca di ottenere la stessa cosa. Con affetto, Che".
Il 7 febbraio 1959, il nuovo governo nominò Guevara "Cittadino cubano per diritto di nascita". Poco dopo, Guevara iniziò le procedure di divorzio, per porre una fine anche formale al suo matrimonio con Hilda Gadea, da cui si era separato, nei fatti, già prima di partire dal Messico con la Granma. Il 2 giugno 1959, sposò Aleida March, una cubana che faceva parte del Movimento del 26 di luglio, con cui viveva dalla fine del 1958.
Il 12 giugno del 1959, in rappresentanza del governo parte per il Medio Oriente e l'Asia, alla testa di una delegazione economica che ha come obiettivo principale l'apertura di nuovi mercati.
In seguito, Guevara divenne dirigente dell'Istituto Nazionale per la Riforma agraria e poi presidente della Banca Nazionale di Cuba (in un certo senso, uno scherzo del destino, poiché aveva spesso condannato il denaro. Espresse il suo disagio firmando le banconote col soprannome "Che").
In questo periodo, riemerse la sua passione per gli scacchi e prese parte a molti tornei nazionali ed internazionali che si tenevano a Cuba. Desiderava molto incoraggiare i giovani cubani ad accostarsi agli scacchi e organizzò molte attività per stimolare il loro interesse verso il gioco.
Già dal 1959, Guevara aiutò ad organizzare tentativi rivoluzionari, a Panamá e poi nella Repubblica Dominicana. In questi tentativi morì Ramón López (Nené), aiutante del Comandante Camilo Cienfuegos. Alcuni definiscono queste operazioni come una purga dei fedeli di "Camilo". Nel 1960 Guevara prese parte ai soccorsi alle vittime in seguito all'esplosione della nave La Coubre. Mentre l'operazione di salvataggio era in corso, avvenne una seconda esplosione. I morti furono oltre cento. Fu in questa occasione che Alberto Korda scattò la sua fotografia più famosa. Non è chiaro se la nave fu sabotata o se esplose per un incidente. Coloro che favoriscono la teoria del sabotaggio tendono ad attribuirlo alla Central Intelligence Agency e spesso attribuiscono la colpa a William Alexander Morgan un rivale di Guevara nelle forze anti-Batista delle province centrali, che più tardi sarebbe entrato nella CIA. Alcuni esuli cubani portano avanti la teoria secondo cui l'attentato sarebbe stato compiuto da alcuni filosovietici, nemici di Guevara.
Secondo alcuni giornalisti italiani il Che nel 1960 avrebbe inaugurato il sistema dei campi a Cuba. Secondo le loro fonti, il primo campo di rieducazione, nella penisola di Guanaha, sarebbe stato ideato e messo in piedi da Guevara. Lo ricorderebbe Regis Debray, già ideologo dei Focolai di guerriglia rivoluzionari e compagno di Che Guevara in Bolivia: "È Stato lui e non Fidel a ideare il primo 'Campo di lavoro correzionale'. Sempre secondo questi giornalisti, ripresi da molte fonti sulla rete, a Guanaha, avrebbero trovato la morte oltre 50.000 dissidenti.
Dopo essere stato direttore dell'Istituto Nazionale per la Riforma Agraria e della Banca Nazionale di Cuba, Guevara venne nominato ministro dell'industria. In questa posizione, diede il suo contributo a modellare il socialismo cubano, diventando una delle figure politiche più importanti dell'isola. Nel suo libro Sulla guerriglia, Guevara sostenne il modello cubano di rivoluzione, iniziato da un piccolo gruppo di guerriglieri (foco), senza la necessità di ricorrere a grandi organizzazioni che sostenessero l'insurrezione armata (dottrina del focolaio). Questa strategia più tardi sarebbe fallita in Bolivia. Nel saggio El socialismo y el hombre en Cuba (1965) sostenne la necessità di creare un "uomo nuovo" (hombre nuevo) assieme allo stato socialista.
Durante l'invasione della Baia dei Porci (1961), Guevara non partecipò ai principali combattimenti, essendo stato assegnato da Castro ad un comando nella provincia più occidentale di Cuba, Pinar del Rio, dove respinse un tentativo d'invasione (era un'operazione diversiva, escogitata per stornare l'attenzione dei cubani dal luogo del vero sbarco). Durante lo svolgimento di questo incarico, patì una ferita al volto, che affermò essere stata causata dallo sparo accidentale della sua pistola.
Guevara giocò un ruolo importante nello schieramento a Cuba dei missili balistici sovietici, armati con testate nucleari, causa della crisi dell'ottobre 1962.
Il 7 febbraio 1959, il nuovo governo nominò Guevara "Cittadino cubano per diritto di nascita". Poco dopo, Guevara iniziò le procedure di divorzio, per porre una fine anche formale al suo matrimonio con Hilda Gadea, da cui si era separato, nei fatti, già prima di partire dal Messico con la Granma. Il 2 giugno 1959, sposò Aleida March, una cubana che faceva parte del Movimento del 26 di luglio, con cui viveva dalla fine del 1958.
Il 12 giugno del 1959, in rappresentanza del governo parte per il Medio Oriente e l'Asia, alla testa di una delegazione economica che ha come obiettivo principale l'apertura di nuovi mercati.
In seguito, Guevara divenne dirigente dell'Istituto Nazionale per la Riforma agraria e poi presidente della Banca Nazionale di Cuba (in un certo senso, uno scherzo del destino, poiché aveva spesso condannato il denaro. Espresse il suo disagio firmando le banconote col soprannome "Che").
In questo periodo, riemerse la sua passione per gli scacchi e prese parte a molti tornei nazionali ed internazionali che si tenevano a Cuba. Desiderava molto incoraggiare i giovani cubani ad accostarsi agli scacchi e organizzò molte attività per stimolare il loro interesse verso il gioco.
Già dal 1959, Guevara aiutò ad organizzare tentativi rivoluzionari, a Panamá e poi nella Repubblica Dominicana. In questi tentativi morì Ramón López (Nené), aiutante del Comandante Camilo Cienfuegos. Alcuni definiscono queste operazioni come una purga dei fedeli di "Camilo". Nel 1960 Guevara prese parte ai soccorsi alle vittime in seguito all'esplosione della nave La Coubre. Mentre l'operazione di salvataggio era in corso, avvenne una seconda esplosione. I morti furono oltre cento. Fu in questa occasione che Alberto Korda scattò la sua fotografia più famosa. Non è chiaro se la nave fu sabotata o se esplose per un incidente. Coloro che favoriscono la teoria del sabotaggio tendono ad attribuirlo alla Central Intelligence Agency e spesso attribuiscono la colpa a William Alexander Morgan un rivale di Guevara nelle forze anti-Batista delle province centrali, che più tardi sarebbe entrato nella CIA. Alcuni esuli cubani portano avanti la teoria secondo cui l'attentato sarebbe stato compiuto da alcuni filosovietici, nemici di Guevara.
Secondo alcuni giornalisti italiani il Che nel 1960 avrebbe inaugurato il sistema dei campi a Cuba. Secondo le loro fonti, il primo campo di rieducazione, nella penisola di Guanaha, sarebbe stato ideato e messo in piedi da Guevara. Lo ricorderebbe Regis Debray, già ideologo dei Focolai di guerriglia rivoluzionari e compagno di Che Guevara in Bolivia: "È Stato lui e non Fidel a ideare il primo 'Campo di lavoro correzionale'. Sempre secondo questi giornalisti, ripresi da molte fonti sulla rete, a Guanaha, avrebbero trovato la morte oltre 50.000 dissidenti.
Dopo essere stato direttore dell'Istituto Nazionale per la Riforma Agraria e della Banca Nazionale di Cuba, Guevara venne nominato ministro dell'industria. In questa posizione, diede il suo contributo a modellare il socialismo cubano, diventando una delle figure politiche più importanti dell'isola. Nel suo libro Sulla guerriglia, Guevara sostenne il modello cubano di rivoluzione, iniziato da un piccolo gruppo di guerriglieri (foco), senza la necessità di ricorrere a grandi organizzazioni che sostenessero l'insurrezione armata (dottrina del focolaio). Questa strategia più tardi sarebbe fallita in Bolivia. Nel saggio El socialismo y el hombre en Cuba (1965) sostenne la necessità di creare un "uomo nuovo" (hombre nuevo) assieme allo stato socialista.
Durante l'invasione della Baia dei Porci (1961), Guevara non partecipò ai principali combattimenti, essendo stato assegnato da Castro ad un comando nella provincia più occidentale di Cuba, Pinar del Rio, dove respinse un tentativo d'invasione (era un'operazione diversiva, escogitata per stornare l'attenzione dei cubani dal luogo del vero sbarco). Durante lo svolgimento di questo incarico, patì una ferita al volto, che affermò essere stata causata dallo sparo accidentale della sua pistola.
Guevara giocò un ruolo importante nello schieramento a Cuba dei missili balistici sovietici, armati con testate nucleari, causa della crisi dell'ottobre 1962.
L'allontanamento da Cuba
Nel dicembre 1964 Guevara andò a New York in qualità di capo della delegazione cubana e tenne un discorso all'assemblea generale dell'ONU (ascolta, Richiede RealPlayer; oppure leggi). In quell'occasione, apparve nel programma domenicale d'informazione Face the Nation sulla CBS ed incontrò diverse personalità ed esponenti di gruppi politici. Tra loro, il senatore statunitense Eugene McCarthy, componenti del gruppo guidato da Malcolm X e dalla radicale canadese Michelle Duclos . Il 17 dicembre volò a Parigi, dando inizio ad un viaggio di tre mesi, in cui visitò la Repubblica Popolare Cinese, l'Egitto, l'Algeria, il Ghana, la Guinea, il Mali, il Dahomey, il Congo-Brazzaville e la Tanzania, con soste in Irlanda, a Parigi e a Praga. Ad Algeri, il 24 febbraio 1965, fece l'ultima apparizione pubblica sul palcoscenico internazionale, intervenendo al "Secondo seminario economico sulla solidarietà afro - asiatica". Nel suo discorso dichiarò: "In questa lotta fino alla morte non ci sono frontiere. Non possiamo rimanere indifferenti di fronte a quanto accade in ogni parte del mondo. Una vittoria di qualsiasi nazione contro l'imperialismo è una nostra vittoria, come una sconfitta di qualsiasi nazione è una nostra sconfitta" . Sorprese quindi il suo uditorio proclamando "I paesi socialisti hanno il dovere morale di liquidare la loro tacita complicità con i paesi sfruttatori del mondo occidentale". Delineò anche una serie di misure che, secondo lui, i paesi del blocco comunista avrebbero dovuto prendere per raggiungere questo scopo . Ritornò a Cuba il 14 marzo, ricevuto solennemente all'aeroporto di L'Avana da Fidel e Raúl Castro, Osvaldo Dorticós e Carlos Rafael Rodríguez. Due settimane dopo, Guevara si ritirò dalla vita pubblica e scomparve. Dove fosse restò il grande mistero cubano per tutto il 1965, anche se era sempre genericamente considerato il "numero due" del regime dopo Castro. La sua latitanza fu variamente attribuita al relativo insuccesso del piano d'industrializzazione che aveva portato avanti da ministro dell'industria, alle pressioni esercitate su Castro dai Sovietici, allarmati dalle tendenze filo cinesi di Guevara, in un momento in cui la frattura tra Mosca e Pechino si approfondiva, oppure a gravi divergenze tra Guevara ed il resto della dirigenza cubana sullo sviluppo economico dell'isola e sulla sua linea politica. È anche possibile che Castro fosse stato reso diffidente dalla popolarità di Guevara, che poteva farlo diventare una minaccia. I critici di Fidel affermano che le sue spiegazioni sulla scomparsa di Guevara sono sempre sembrate sospette e molti trovano sorprendente che Guevara non dichiarò mai le sue intenzioni in pubblico, ma solo con una lettera priva di data a Castro.
L'orientamento filo cinese di Guevara era sempre più problematico per Cuba, mano a mano che l'economia del paese diventava sempre più dipendente dall'Unione Sovietica. Dai primi giorni della rivoluzione cubana, Guevara era stato considerato un sostenitore della strategia maoista nell'America Latina. Il suo piano per una rapida industrializzazione di Cuba per molti era comparabile alla campagna cinese del grande balzo in avanti. Secondo diversi osservatori occidentali della situazione cubana, l'opposizione di Guevara alle raccomandazioni ed alle condizioni sovietiche, che Castro aveva dovuto accettare, potrebbe essere la ragione del suo allontanamento dalla vita pubblica. D'altronde, sia Guevara che Castro sostenevano l'idea di un fronte unico tra Unione Sovietica e Cina, tentando anche, senza successo, di riconciliare le due maggiori potenze comuniste.
Durante la crisi dell'ottobre 1962, Guevara percepì come un tradimento sovietico la decisione - presa da Nikita Khruščёv senza consultare Castro - di ritirare i missili da Cuba. Divenne quindi più scettico nei confronti dell'URSS. Come emerso dal suo ultimo discorso ad Algeri, del 24 febbraio 1965, aveva iniziato a vedere l'emisfero settentrionale, guidato ad ovest dagli Stati Uniti e ad est dall'Unione Sovietica, come unica entità sfruttatrice dell'emisfero meridionale.
Di fronte alle più diverse ipotesi sul destino del rivoluzionario argentino, Castro, il 16 giugno 1965, disse che l'opinione pubblica sarebbe stata informata su Guevara quando lo stesso Guevara avesse ritenuto opportuno farlo. Intanto le voci si diffondevano sia a Cuba che all'estero. Il 3 ottobre di quello stesso anno, Castro rese pubblica una lettera priva di data presumibilmente scrittagli da Guevara diversi mesi prima, in cui questi riaffermava la sua solidarietà con Cuba, ma dichiarava anche la sua intenzione di abbandonare l'isola e di andare a combattere altrove per la Rivoluzione. Spiegava che "Altri paesi nel mondo necessitano dei miei modesti sforzi". Nella stessa lettera Guevara annunciava di dimettersi da tutte le cariche che occupava, nel governo, nel partito e nelle forze armate. Rinunciò anche alla cittadinanza di Cuba, che gli era stata concessa nel 1959 per i suoi meriti nella rivoluzione.
Durante un'intervista con quattro giornalisti stranieri il 1 novembre, Castro disse di essere al corrente dove fosse Guevara e aggiunse, riguardo le voci su una possibile morte del vecchio compagno d'armi, che questi, al contrario, godeva di ottima salute. Dove fosse Guevara restò, comunque, un mistero per i successivi due anni, durante i quali i suoi movimenti rimasero segreti.
L'orientamento filo cinese di Guevara era sempre più problematico per Cuba, mano a mano che l'economia del paese diventava sempre più dipendente dall'Unione Sovietica. Dai primi giorni della rivoluzione cubana, Guevara era stato considerato un sostenitore della strategia maoista nell'America Latina. Il suo piano per una rapida industrializzazione di Cuba per molti era comparabile alla campagna cinese del grande balzo in avanti. Secondo diversi osservatori occidentali della situazione cubana, l'opposizione di Guevara alle raccomandazioni ed alle condizioni sovietiche, che Castro aveva dovuto accettare, potrebbe essere la ragione del suo allontanamento dalla vita pubblica. D'altronde, sia Guevara che Castro sostenevano l'idea di un fronte unico tra Unione Sovietica e Cina, tentando anche, senza successo, di riconciliare le due maggiori potenze comuniste.
Durante la crisi dell'ottobre 1962, Guevara percepì come un tradimento sovietico la decisione - presa da Nikita Khruščёv senza consultare Castro - di ritirare i missili da Cuba. Divenne quindi più scettico nei confronti dell'URSS. Come emerso dal suo ultimo discorso ad Algeri, del 24 febbraio 1965, aveva iniziato a vedere l'emisfero settentrionale, guidato ad ovest dagli Stati Uniti e ad est dall'Unione Sovietica, come unica entità sfruttatrice dell'emisfero meridionale.
Di fronte alle più diverse ipotesi sul destino del rivoluzionario argentino, Castro, il 16 giugno 1965, disse che l'opinione pubblica sarebbe stata informata su Guevara quando lo stesso Guevara avesse ritenuto opportuno farlo. Intanto le voci si diffondevano sia a Cuba che all'estero. Il 3 ottobre di quello stesso anno, Castro rese pubblica una lettera priva di data presumibilmente scrittagli da Guevara diversi mesi prima, in cui questi riaffermava la sua solidarietà con Cuba, ma dichiarava anche la sua intenzione di abbandonare l'isola e di andare a combattere altrove per la Rivoluzione. Spiegava che "Altri paesi nel mondo necessitano dei miei modesti sforzi". Nella stessa lettera Guevara annunciava di dimettersi da tutte le cariche che occupava, nel governo, nel partito e nelle forze armate. Rinunciò anche alla cittadinanza di Cuba, che gli era stata concessa nel 1959 per i suoi meriti nella rivoluzione.
Durante un'intervista con quattro giornalisti stranieri il 1 novembre, Castro disse di essere al corrente dove fosse Guevara e aggiunse, riguardo le voci su una possibile morte del vecchio compagno d'armi, che questi, al contrario, godeva di ottima salute. Dove fosse Guevara restò, comunque, un mistero per i successivi due anni, durante i quali i suoi movimenti rimasero segreti.
La Guerriglia
Le ipotesi su dove Guevara potesse essere continuarono a inseguirsi per tutto il 1966 e i primi mesi del 1967. Rappresentanti del movimento indipendentista mozambicano FRELIMO raccontarono di incontri con lui alla fine del 1966 o all'inizio del 1967 a Dar es Salaam, dopo i quali rifiutarono la sua offerta di aiuto al loro progetto rivoluzionario. In un discorso tenutosi durante la manifestazione del Primo maggio 1967 a l'Avana, il ministro delle forze armate facente funzione, maggiore Juan Almeida, annunciò che Guevara stava "servendo la rivoluzione da qualche parte nell'America Latina". Le notizie, sempre più consistenti, secondo cui stava conducendo la guerriglia in Bolivia vennero infine considerate degne di fede.
Su richiesta di Fidel Castro, un pezzo di terreno in una zona remota era stato comprato dai comunisti boliviani perché Guevara lo utilizzasse come base e campo d'addestramento. Probabilmente, per Guevara ed i cubani che lo accompagnavano, la scelta di non iniziare a combattere subito, ma di addestrarsi in questo campo nella regione di Ñancahuazú comportò maggiori rischi. Poco fu fatto per gettare le basi di un esercito guerrigliero. La presunta ex operativa della Stasi (qualità negata dalle autorità della DDR, oggi dopo il crollo della DDR non vi sono informazioni che possano far presumere la sua appartenenza alla Stasi) Haydèe Tamara Bunke Bider, più nota con il nome di battaglia di Tania, che si era installata a La Paz come principale agente di Guevara, vennero diffuse voci su una sua collaborazione col KGB e si è spesso ritenuto che abbia servito inconsapevolmente interessi sovietici, portando le autorità boliviane sulle tracce dei guerriglieri. Tania cadde in Bolivia qualche tempo prima di Guevara. Il diario, trovato addosso al suo cadavere, avrebbe aiutato i boliviani a individuare i movimenti dei cubani.
Le numerose foto di Guevara e degli altri membri del gruppo, lasciate nel campo base dopo che questo fu abbandonato a seguito dei primi scontri con l'esercito boliviano nel marzo 1967, fornirono al presidente René Barrientos Ortuño la prova della presenza del rivoluzionario argentino nel paese. Si dice che, dopo averle viste, Barrientos espresse il desiderio di vedere la testa di Guevara piantata su una picca e mostrata nel centro di La Paz. Ordinò quindi all'esercito di dare la caccia al gruppo cubano.
Il reparto di Guevara, composto da circa 50 combattenti e denominato ELN (Ejército de Liberación Nacional de Bolivia), era ben equipaggiato e inizialmente conseguì un certo numero di successi contro le forze boliviane, sul terreno difficile e montuoso della regione di Camiri. In settembre, tuttavia, l'esercito riuscì ad eliminare due gruppi guerriglieri, uccidendo uno dei capi.
Nonostante la natura violenta del conflitto, Guevara fornì cure mediche a tutti i militari boliviani che i guerriglieri presero prigionieri e, di seguito, li rilasciò. Anche dopo l'ultima battaglia di Quebrada del Yuro, in cui fu ferito e catturato, quando fu condotto in un centro di detenzione provvisoria e vide che lì si trovavano diversi militari boliviani rimasti feriti nel combattimento, si offrì di fornirgli assistenza medica (offerta rifiutata dall'ufficiale boliviano in comando).
Il piano di Guevara per fomentare la rivoluzione in Bolivia si basava su alcune concezioni sbagliate:
Si aspettava di dover affrontare solo il governo militare locale ed il suo esercito, male armato e poco equipaggiato. Al contrario, appena il governo statunitense ebbe confermata la sua presenza in Bolivia, inviò personale della CIA e di altre agenzie per aiutare ad organizzare la contro guerriglia. L'esercito boliviano venne addestrato da consiglieri appartenenti alle forze speciali dell'US Army, incluso un nuovo battaglione dei Rangers esperto in combattimento nella giungla. I reparti speciali statunitensi probabilmente presero parte anche a certi combattimenti.
Si aspettava di ricevere assistenza e cooperazione dai locali oppositori al governo. Queste aspettative vennero frustrate ed il Partito comunista boliviano, filosovietico e non filocubano, non lo aiutò affatto, anche se alcuni membri, come Rodolfo Saldana, Serapio Aquino Tudela e Antonio Jimenez Tardiolo lo fecero a titolo personale o si arruolarono nei suoi reparti, contro la volontà dei vertici di partito.
Si aspettava di rimanere in contatto radio con l'Avana. Al contrario, le due trasmittenti ad onde corte che gli erano state fornite erano difettose, impedendo le comunicazioni con Cuba. Dopo qualche mese, il registratore a nastro che utilizzavano per registrare e decodificare i messaggi radio provenienti da Cuba fu perso durante l'attraversamento di un fiume.
Oltretutto, la sua inclinazione al confronto più che al compromesso contribuì probabilmente alla sua incapacità di sviluppare un buon rapporto di lavoro con i dirigenti boliviani, come era avvenuto anche in Congo. Questo tratto del suo carattere era emerso anche nel corso della guerriglia a Cuba, ma era stata tenuta sotto controllo dalla guida di Fidel Castro.
In realtà l'ipotesi che il Che stesse preparando la rivoluzione in Bolivia sembra non essere corretta. È più probabile, come confermano anche le ricerche del giornalista boliviano José Luis Alcázar, che stesse preparando una scuola d'addestramento per guerriglieri, per portare in un secondo tempo queste forze a sud ed entrare nel suo Paese d'origine, l'Argentina.
Su richiesta di Fidel Castro, un pezzo di terreno in una zona remota era stato comprato dai comunisti boliviani perché Guevara lo utilizzasse come base e campo d'addestramento. Probabilmente, per Guevara ed i cubani che lo accompagnavano, la scelta di non iniziare a combattere subito, ma di addestrarsi in questo campo nella regione di Ñancahuazú comportò maggiori rischi. Poco fu fatto per gettare le basi di un esercito guerrigliero. La presunta ex operativa della Stasi (qualità negata dalle autorità della DDR, oggi dopo il crollo della DDR non vi sono informazioni che possano far presumere la sua appartenenza alla Stasi) Haydèe Tamara Bunke Bider, più nota con il nome di battaglia di Tania, che si era installata a La Paz come principale agente di Guevara, vennero diffuse voci su una sua collaborazione col KGB e si è spesso ritenuto che abbia servito inconsapevolmente interessi sovietici, portando le autorità boliviane sulle tracce dei guerriglieri. Tania cadde in Bolivia qualche tempo prima di Guevara. Il diario, trovato addosso al suo cadavere, avrebbe aiutato i boliviani a individuare i movimenti dei cubani.
Le numerose foto di Guevara e degli altri membri del gruppo, lasciate nel campo base dopo che questo fu abbandonato a seguito dei primi scontri con l'esercito boliviano nel marzo 1967, fornirono al presidente René Barrientos Ortuño la prova della presenza del rivoluzionario argentino nel paese. Si dice che, dopo averle viste, Barrientos espresse il desiderio di vedere la testa di Guevara piantata su una picca e mostrata nel centro di La Paz. Ordinò quindi all'esercito di dare la caccia al gruppo cubano.
Il reparto di Guevara, composto da circa 50 combattenti e denominato ELN (Ejército de Liberación Nacional de Bolivia), era ben equipaggiato e inizialmente conseguì un certo numero di successi contro le forze boliviane, sul terreno difficile e montuoso della regione di Camiri. In settembre, tuttavia, l'esercito riuscì ad eliminare due gruppi guerriglieri, uccidendo uno dei capi.
Nonostante la natura violenta del conflitto, Guevara fornì cure mediche a tutti i militari boliviani che i guerriglieri presero prigionieri e, di seguito, li rilasciò. Anche dopo l'ultima battaglia di Quebrada del Yuro, in cui fu ferito e catturato, quando fu condotto in un centro di detenzione provvisoria e vide che lì si trovavano diversi militari boliviani rimasti feriti nel combattimento, si offrì di fornirgli assistenza medica (offerta rifiutata dall'ufficiale boliviano in comando).
Il piano di Guevara per fomentare la rivoluzione in Bolivia si basava su alcune concezioni sbagliate:
Si aspettava di dover affrontare solo il governo militare locale ed il suo esercito, male armato e poco equipaggiato. Al contrario, appena il governo statunitense ebbe confermata la sua presenza in Bolivia, inviò personale della CIA e di altre agenzie per aiutare ad organizzare la contro guerriglia. L'esercito boliviano venne addestrato da consiglieri appartenenti alle forze speciali dell'US Army, incluso un nuovo battaglione dei Rangers esperto in combattimento nella giungla. I reparti speciali statunitensi probabilmente presero parte anche a certi combattimenti.
Si aspettava di ricevere assistenza e cooperazione dai locali oppositori al governo. Queste aspettative vennero frustrate ed il Partito comunista boliviano, filosovietico e non filocubano, non lo aiutò affatto, anche se alcuni membri, come Rodolfo Saldana, Serapio Aquino Tudela e Antonio Jimenez Tardiolo lo fecero a titolo personale o si arruolarono nei suoi reparti, contro la volontà dei vertici di partito.
Si aspettava di rimanere in contatto radio con l'Avana. Al contrario, le due trasmittenti ad onde corte che gli erano state fornite erano difettose, impedendo le comunicazioni con Cuba. Dopo qualche mese, il registratore a nastro che utilizzavano per registrare e decodificare i messaggi radio provenienti da Cuba fu perso durante l'attraversamento di un fiume.
Oltretutto, la sua inclinazione al confronto più che al compromesso contribuì probabilmente alla sua incapacità di sviluppare un buon rapporto di lavoro con i dirigenti boliviani, come era avvenuto anche in Congo. Questo tratto del suo carattere era emerso anche nel corso della guerriglia a Cuba, ma era stata tenuta sotto controllo dalla guida di Fidel Castro.
In realtà l'ipotesi che il Che stesse preparando la rivoluzione in Bolivia sembra non essere corretta. È più probabile, come confermano anche le ricerche del giornalista boliviano José Luis Alcázar, che stesse preparando una scuola d'addestramento per guerriglieri, per portare in un secondo tempo queste forze a sud ed entrare nel suo Paese d'origine, l'Argentina.
Già da più di un mese, dal 31 agosto, l'avanguardia di Guevara era rimasta sola dopo l'annientamento da parte dell'esercito della retroguardia comandata da Joaquin, a Puerto Mauricio, sul rio Grande. L'imboscata contò con la delazione di un contadino Honorato Rojas che, sotto minaccia dell'esercito (la moglie si lamentò per le percosse inferte al marito), informò su luogo del possibile attraversamento del fiume da parte dei guerriglieri.
Guevara, durante i primi giorni di ottobre, ormai con poche informazioni, senza viveri e con scarse vie di scampo, si rifugia in un canalone (quebrada) dove è circondato da forze militari preponderanti. Qui Guevara è catturato dall'esercito boliviano, assieme ad altri guerriglieri, l'8 ottobre del 1967 nella quebrada del Yuro, a pochi km dal villaggio de La Higuera. Si arrese dopo essere stato ferito alle gambe e dopo che il suo fucile fu distrutto da un proiettile.
Barrientos, appena informato della cattura, diede l'ordine di assassinarlo, ma diffuse un comunicato in cui affermava che Che Guevara era morto in combattimento. Guevara fu recluso nella piccola scuola del paese, dove passò la notte. Fu ucciso nel primo pomeriggio successivo, il 9 ottobre 1967. L'uccisore fu Mario Terán, un sergente dell'esercito scelto a sorte tra alcuni volontari. Su quanto accadde dopo, esistono diverse versioni. Qualcuno dice che Terán era troppo nervoso, al punto di uscire dal locale e dover essere ricondotto dentro a forza. Per altri, non volle guardare Guevara in faccia, così da sparargli alla gola, ferita che sarebbe stata fatale. Per altri ancora, il sergente avrebbe avuto bisogno di ubriacarsi, al fine di portare a termine il compito. La versione più accreditata racconta che Guevara ricevette diversi spari alle gambe, sia per evitare di deturpargli il volto ed ostacolare l'identificazione, sia per simulare ferite in combattimento, così da nascondere l'esecuzione sommaria del prigioniero. Come colpo di grazia, gli spararono al petto: ferita che gli riempì i polmoni di sangue. Guevara pronunciò diverse parole famose prima della morte. Si è detto che avrebbe accolto così il suo uccisore: "So che sei qui per uccidermi. Spara dunque, codardo, stai solo uccidendo un uomo". Il suo corpo fu legato ai pattini di un elicottero e portato a Vallegrande, dove venne adagiato su un piano di lavaggio dell'ospedale e mostrato alla stampa.Le fotografie prese allora fecero nascere leggende come quelle di San Ernesto de La Higuera e El Cristo de Vallegrande. Dopo che un medico militare ebbe amputato le mani al cadavere, l'esercito boliviano fece sparire il corpo, rifiutandosi di rivelare se i resti fossero stati sepolti o cremati.
La caccia a Guevara in Bolivia fu guidata da Félix Rodríguez, un agente della CIA che era stato infiltrato a Cuba per prendere contatto con i ribelli dei Monti Escambray e con ambienti anti castristi di l'Avana prima dell'invasione alla Baia dei Porci e che era stato con successo fatto uscire dall'isola dopo il fallimento dello sbarco. Rodríguez riferì la notizia della cattura al quartier generale della CIA a Langley, in Virginia, servendosi di diverse stazioni dell'Agenzia situate in Sud America. Dopo l'esecuzione, Rodríguez prese per sé oggetti personali di Guevara, tra cui il suo Rolex. Negli anni seguenti, avrebbe spesso mostrato con orgoglio ai giornalisti questi cimeli.
Un altro fatto, di minore rilevanza, collegato alla cattura ed alla morte di Guevara fu l'arresto di Régis Debray. Nell'aprile 1967 le forze governative boliviane catturarono Debray, un giovane francese, professore di filosofia all'Università dell'Avana, che aveva studiato all'Ecole Normale Supérieure con il filosofo marxista Louis Althusser, accusandolo di collaborare alla guerriglia. Debray dichiarò con forza di lavorare solo come giornalista e rivelò che Guevara, scomparso da tempo, stava guidando la guerriglia. Il processo a Debray (che divenne un caso internazionale) era appena iniziato quando le autorità boliviane, l'11 ottobre, riportarono (falsamente) che Guevara era stato ucciso nello scontro con le forze governative dei giorni precedenti.
Il 15 ottobre Castro riconobbe pubblicamente la morte di Guevara e proclamò tre giorni di lutto nazionale. La morte del Che fu vista come un grave fallimento per i movimenti rivoluzionari d'impronta socialista operanti nell'America latina e nel resto del terzo mondo.
Guevara, durante i primi giorni di ottobre, ormai con poche informazioni, senza viveri e con scarse vie di scampo, si rifugia in un canalone (quebrada) dove è circondato da forze militari preponderanti. Qui Guevara è catturato dall'esercito boliviano, assieme ad altri guerriglieri, l'8 ottobre del 1967 nella quebrada del Yuro, a pochi km dal villaggio de La Higuera. Si arrese dopo essere stato ferito alle gambe e dopo che il suo fucile fu distrutto da un proiettile.
Barrientos, appena informato della cattura, diede l'ordine di assassinarlo, ma diffuse un comunicato in cui affermava che Che Guevara era morto in combattimento. Guevara fu recluso nella piccola scuola del paese, dove passò la notte. Fu ucciso nel primo pomeriggio successivo, il 9 ottobre 1967. L'uccisore fu Mario Terán, un sergente dell'esercito scelto a sorte tra alcuni volontari. Su quanto accadde dopo, esistono diverse versioni. Qualcuno dice che Terán era troppo nervoso, al punto di uscire dal locale e dover essere ricondotto dentro a forza. Per altri, non volle guardare Guevara in faccia, così da sparargli alla gola, ferita che sarebbe stata fatale. Per altri ancora, il sergente avrebbe avuto bisogno di ubriacarsi, al fine di portare a termine il compito. La versione più accreditata racconta che Guevara ricevette diversi spari alle gambe, sia per evitare di deturpargli il volto ed ostacolare l'identificazione, sia per simulare ferite in combattimento, così da nascondere l'esecuzione sommaria del prigioniero. Come colpo di grazia, gli spararono al petto: ferita che gli riempì i polmoni di sangue. Guevara pronunciò diverse parole famose prima della morte. Si è detto che avrebbe accolto così il suo uccisore: "So che sei qui per uccidermi. Spara dunque, codardo, stai solo uccidendo un uomo". Il suo corpo fu legato ai pattini di un elicottero e portato a Vallegrande, dove venne adagiato su un piano di lavaggio dell'ospedale e mostrato alla stampa.Le fotografie prese allora fecero nascere leggende come quelle di San Ernesto de La Higuera e El Cristo de Vallegrande. Dopo che un medico militare ebbe amputato le mani al cadavere, l'esercito boliviano fece sparire il corpo, rifiutandosi di rivelare se i resti fossero stati sepolti o cremati.
La caccia a Guevara in Bolivia fu guidata da Félix Rodríguez, un agente della CIA che era stato infiltrato a Cuba per prendere contatto con i ribelli dei Monti Escambray e con ambienti anti castristi di l'Avana prima dell'invasione alla Baia dei Porci e che era stato con successo fatto uscire dall'isola dopo il fallimento dello sbarco. Rodríguez riferì la notizia della cattura al quartier generale della CIA a Langley, in Virginia, servendosi di diverse stazioni dell'Agenzia situate in Sud America. Dopo l'esecuzione, Rodríguez prese per sé oggetti personali di Guevara, tra cui il suo Rolex. Negli anni seguenti, avrebbe spesso mostrato con orgoglio ai giornalisti questi cimeli.
Un altro fatto, di minore rilevanza, collegato alla cattura ed alla morte di Guevara fu l'arresto di Régis Debray. Nell'aprile 1967 le forze governative boliviane catturarono Debray, un giovane francese, professore di filosofia all'Università dell'Avana, che aveva studiato all'Ecole Normale Supérieure con il filosofo marxista Louis Althusser, accusandolo di collaborare alla guerriglia. Debray dichiarò con forza di lavorare solo come giornalista e rivelò che Guevara, scomparso da tempo, stava guidando la guerriglia. Il processo a Debray (che divenne un caso internazionale) era appena iniziato quando le autorità boliviane, l'11 ottobre, riportarono (falsamente) che Guevara era stato ucciso nello scontro con le forze governative dei giorni precedenti.
Il 15 ottobre Castro riconobbe pubblicamente la morte di Guevara e proclamò tre giorni di lutto nazionale. La morte del Che fu vista come un grave fallimento per i movimenti rivoluzionari d'impronta socialista operanti nell'America latina e nel resto del terzo mondo.
Nel 1997 i resti del cadavere di Guevara furono esumati vicino alla pista di volo a Vallegrande e riportati a Cuba. Il 17 ottobre 1997, i suoi resti, assieme a quelli di sei altri combattenti cubani morti durante la campagna in Bolivia, furono tumulati con tutti gli onori militari in un mausoleo costruito appositamente nella città di Santa Clara, dove trentanove anni prima aveva vinto quella che era stata ritenuta la battaglia decisiva della rivoluzione cubana.
Il monumento è corredato da una grande statua con la scritta "Hasta la victoria siempre" e da una lapide recante la parte iniziale del testo del famoso ordine di servizio firmato da Fidel Castro il 21 agosto 1958, con cui venivano comunicate le istruzioni operative per la colonna numero 8, comandata da Guevara: "Se asigna al comandante Ernesto Guevara la misión de conducir desde la Sierra Maestra hasta la provincias de Las Villas una Columna rebelde y operar en dicho teritorio de acuerdo con el plan estratégico del Ejército rebelde".
Il monumento è corredato da una grande statua con la scritta "Hasta la victoria siempre" e da una lapide recante la parte iniziale del testo del famoso ordine di servizio firmato da Fidel Castro il 21 agosto 1958, con cui venivano comunicate le istruzioni operative per la colonna numero 8, comandata da Guevara: "Se asigna al comandante Ernesto Guevara la misión de conducir desde la Sierra Maestra hasta la provincias de Las Villas una Columna rebelde y operar en dicho teritorio de acuerdo con el plan estratégico del Ejército rebelde".
Tratto da Wikipedia - L'enciclopedia libera
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